Il tema “malamovida” è ancora al centro delle cronache romane e di weekend in weekend continua ad avvelenare il clima delle nostre città: due episodi di violenza, di cui si sa ancora poco, si sono verificati nelle zone di piazza Trilussa e piazza Euclide.
Sembra non fermarsi l’incubo di episodi di violenza nelle piazze romane. Tra risse, aggressioni, problemi di vicinato o di mobilità, la notte della Capitale sembra un momento particolarmente complicato da vivere. Quanto accaduto in piazza Trilussa, secondo alcune testimonianze, ne è un esempio: a quanto pare ci sarebbe stata una rissa tra due gruppi di ragazzi nel weekend, nella notte tra sabato e domenica. Una delle lamentele ha riguardato l’assenza delle forze dell’ordine.
Stessa cosa sarebbe avvenuta a piazza Euclide tra venerdì e sabato. In un video pubblicato sui social da Welcome To Favelas si vede un gruppo di ragazzi prendersi a calci e pugni. Alcuni coetanei hanno ripreso il tutto con gli smartphone prima che arrivassero le forze dell’ordine.
Movida: tra diritto a divertirsi e quello a riposarsi
Il confine sembra spaccare a metà l’opinione pubblica: da una parte il diritto sacrosanto di chi vive in un quartiere a vivere serenamente, la sera e nei fine settimana, dall’altra il diritto a divertirsi, rivendicato da chi vuole concedersi qualche ora in compagnia. Ci vorrebbe un punto di sintesi, ma le cronache dicono che non è cosi: vivere in un quartiere aperto per vocazione al grande pubblico non è facile.
Oltre alle risse, alle aggressioni, ai problemi di vicinato o anche ai problemi di mobilità, c’è la questione del decoro, con i rifiuti abbandonati a terra e le altre spiacevoli conseguenze di tanti giovani e visitatori in giro ogni sera fino a tarda notte per parecchi mesi all’anno. Sono gli effetti collaterali della malamovida, importante per l’economia di ogni città, ma in particolare per quelle turistiche: chi vive in quelle città ne è a conoscenza, ma d’altro canto rivendica anche il diritto a poter riposare la notte, oppure a poter scendere in strada per fare una passeggiata senza rischiare di essere travolti da orde di giovani spesso ‘alticci’. I comuni fanno quello che possono a suon di ordinanze che però, spesso, restano disattese anche perché difficili da attuare.
