Processo Bricca, udienza fiume a Frosinone: troppi “non ricordo” (VIDEO)

Processo Bricca, l’udienza fiume con troppi “vuoti di memoria”

Ospite in collegamento: Roberta Di Pucchio, condirettore di “Frosinone News”

Un’udienza fiume quella tenutasi nella giornata di lunedì 23 settembre, dinanzi alla Corte d’assise di Frosinone, nell’ambito del processo a carico di Roberto e Mattia Toson, padre e figlio accusati di aver ucciso ad Alatri il diciannovenne Thomas Bricca. 

Il presidente della Corte, il giudice Francesco Mancini, aveva rinviato l’udienza in programma lo scorso 6 settembre per un legittimo impedimento del giudice Marta Tamburro. Assenti anche questa volta i due imputati – difesi dagli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia – che erano collegati in videoconferenza dai penitenziari dove attualmente sono detenuti.

In aula, come per ogni udienza, il papà di Thomas, Paola Bricca – parte civile con l’avvocato Marilena Colagiacomo – e tra i testimoni ascoltati. Tra i teste anche Lazzari Gabriel e il giovane egiziano che, quando Thomas Bricca venne freddato con un colpo di pistola alla testa, lavorava nell’autolavaggio “I quattro fratelli” di Tecchiena di Alatri. Tutti hanno risposto alle domande del Pm, Rossella Ricca, degli avvocati Pappadia e Testa, e ai quesiti dei legali Colagiacomo, Eugenia De Cesaris e Nicola Ottaviani che difende la mamma di Thomas, Federica Sabellico, anche lei presente come sempre dall’inizio del processo.

Come è andata l’udienza, tra qualche “non ricordo” di troppo: leggi qui.

Autovelox sulla superstrada Sora – Ferentino, interviene il Prefetto

A seguito dell’attenzione della stampa, il Prefetto è intervenuto sul posizionamento di un simil “velo ok”, solitamente utilizzato come postazione per il dispositivo necessario al rilevamento della velocità di percorrenza, l’autovelox per l’esattezza. Questo era stato posizionato nel fine settimana sulla superstrada Ferentino-Sora in direzione della cittadina volsca, nel territorio comunale di Veroli, tra le rampe d’ingresso a Castelmassimo e quella d’uscita a Giglio di Veroli, poco prima della stazione di servizio.

Una iniziativa di ANAS, in qualità di ente proprietario della strada, che viene a seguito dei numerosi incidenti verificatisi nel tratto della SS 214 in questione, al fine di scoraggiare l’alta velocità su un segmento di superstrada particolarmente pericoloso, dove sono già accaduti molti sinistri, anche mortali, non ultimi i due dello scorso giovedì 19 settembre, avvenuti a breve distanza di tempo l’uno dall’altro.

Di fatto ANAS aveva già abbassato il limite di velocità a 70km orari in quel preciso tratto ma, evidentemente, la disposizione non è stata sufficiente, chi transita continua a viaggiare ben oltre i limiti previsti, anche con condizioni meteorologiche avverse.

Una misure di contrasto “drastica”, mirata a scoraggiare la velocità sostenuta ed, ovviamente, a ridurre il rischio a carico della pubblica incolumità. “C’è solo l’intenzione di fare cassa”, aveva obiettato il popolo del web in risposta alla notizia del posizionamento dell’apparato. Numerosi i commenti di polemica sui social «Non si fa manutenzione ma si abbassano i limiti di velocità, per sottrarsi alle responsabilità e racimolare soldi dalle tasche dei cittadini con le multe» è stata in sostanza la reazione condivisa tra i “naviganti”.

Non si può, però, non considerare, che i cittadini contravvengano abitualmente alle norme: è purtroppo una realtà che sulla superstrada, ma in generale su tutte le vie, si transiti a velocità sempre ben oltre i limiti indicati, tra l’altro molto spesso con il cellulare tra le mani, anche quando, come già scritto, le condizione metereologiche sono avverse e dovrebbero impulsivamente indurre ad una riduzione della velocità ed ad una particolare attenzione mentre si è al volante.

In definitiva, la Prefettura si è rivolta alle Forze dell’ordine e ad ANAS per capire quanto possa essere funzionale l’autovelox a Castelmassimo, il cui apparato al momento risulta coperto con delle buste di cellophane nero. Al di là delle reazioni sui social, il dispositivo può essere necessario a ridurre il rischio di incidenti?

Abbiamo provato a comprendere il comportamento degli utenti sul tratto di strada in questione: negli orari “di punta”, i veicoli arrivano nei pressi viaggiando abitualmente sopra i 90 km orari (lo si può constatare dal pannello con display posizionato poco più avanti); rallentano tutti in prossimità del “dispositivo”, molti inchiodano repentinamente. Si creano pericolosi ingorghi tra auto, furgoni e mezzi pesanti. Immediatamente dopo il “velo ok” si riprende la corsa, accaparrandosi la corsia di sorpasso anche con prepotenza.

A testimonianza di ciò ci sono almeno sei video: filmati di lunedì 23 e martedì 24, tra le 17:00 e le 18:30. Per una completa e corretta informazione, si ricorda che l’autovelox non è attivo, in effetti non è mai entrato in funzione dal momento del posizionamento. Sono girate tante “false notizie” che asserivano «in funzione dalle 24:00….», oppure «già attivo dalla giornata di…», fake news che hanno creato parecchia confusione.

Ottantesimo anniversario del martirio di Fiesole, l’omaggio della città di Sora

Una giornata intensa e colma di emozioni quella che i Carabinieri di Sora hanno vissuto il 24 settembre scorso, quella dedicata al ricordo del Martirio dei tre giovani Carabinieri che, il 12 agosto del 1944, furono trucidati dalla barbarie Nazi-Fascista a Fiesole, una cittadina alle porte di Firenze. Vittorio Marandola 22 anni, Fulvio Sbarretti, 21 anni e il più giovane, Alberto La Rocca, 20 anni, nativo di Sora, sacrificarono la propria vita per salvare 10 ostaggi civili innocenti.

Per ricordare questo eroico gesto, per il quale ai tre giovani è stata poi tributata la Medaglia d’Oro al Valor Militare, l’Amministrazione Comunale di Sora, l’Associazione Nazionale Carabinieri e l’Arma in servizio hanno dedicato una serie di eventi che hanno coinvolto la cittadinanza in vari modi.

Leggi anche: A Frosinone rubati 69 computer in una scuola

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