Dramma carceri, UILPA: “Il quadro è desolante” (VIDEO)

Un quadro tristemente reale quello dipinto dal segretario della Uilpa che può essere esteso però a molti istituti in tutto il Paese. E a pagarne le conseguenze sono proprio gli operatori che lavorano all’interno delle carceri che continuamente sono esposti ad aggressioni e violenze da parte dei detenuti.

L’ultimo episodio tensione nel carcere di Regina Coeli a Roma è stato lo scorso 26 settembre. Nell’ottava sezione, dove si trova un centinaio di detenuti, sono state fatte esplodere alcune bombolette dei fornelli da campeggio in uso per cucinare, dei materassi sono stati incendiati e vandalizzati alcuni ambienti. Ci sono volute ore per riportare la situazione alla normalità ed è servito il lavoro della polizia penitenziaria con l’aiuto del Gruppo Operativo Mobile.

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La protesta in questione è durata ore e molte delle celle interessate dai disordini sono devastate. Il fatto, come tanti altri che si sono verificate in diverse carceri italiane, è l’esempio concreto di come questi luoghi chiedano aiuto per problemi di cui le cronache si nutrono quotidianamente.

Emergenza carceri, la denuncia di UILPA

“In cella a Regina Coeli – dice Gennarino De Fazio, segretario Generale UILPA Polizia Penitenziaria – è rinchiuso il doppio dei detenuti rispetto ai posti disponibili, con i reclusi letteralmente stipati in celle invivibili anche per la fatiscenza della struttura molto datata.” Ma non solo. “Essi sono peraltro gestiti – continua De Fazio – dalla metà degli operatori della polizia penitenziaria che sarebbero necessari, in un quadro di disorganizzazione imperante a livello complessivo e nazionale. I detenuti in esubero sono 15mila rispetto ai posti disponibili. Le voragini nella polizia penitenziaria di almeno 18mila unità.”

Un quadro tristemente reale quello dipinto dal segretario della Uilpa che può essere esteso però a molti istituti in tutto il Paese. E a pagarne le conseguenze sono proprio gli operatori che lavorano all’interno delle carceri che continuamente sono esposti ad aggressioni e violenze da parte dei detenuti. La verità denunciata da Uilpa è che “mancano equipaggiamenti, non sono funzionanti i sistemi tecnologici, non ci sono sistemi di sicurezza all’avanguardia. Il quadro che se ne ricava è assolutamente desolante.”



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