Regina Coeli, Veloccia: “Unica soluzione chiudere il carcere. Aspettiamo cenno da Nordio”

Dopo la rivolta nel carcere di Regina Coeli con materassi bruciati e fiamme visibili anche dalle finestre del penitenziario a Trastevere, arriva una richiesta shock dall’assessore capitolino all’Urbanistica Maurizio Veloccia: “Chiudere il carcere di Regina Coeli e riconvertire la sua struttura con un progetto di rigenerazione urbana”.

Regina Coeli, Veloccia: “Unica soluzione chiudere il carcere”

Per Veloccia la chiusura del carcere è l’unica soluzione “dopo le drammatiche vicende che si stanno susseguendo in questi giorni nell’istituto penitenziario di Regina Coeli”. Il caso è nato dopo i disordini scoppiati nella ottava sezione con alcuni detenuti che non volevano tornare in cella. La protesta è montata con tensioni durate ore e molte celle devastate. Danni ingenti tant’è che per la Fns Cisl Lazio: “vi è da quando apprendiamo, la necessità di chiudere l’intero Reparto in considerazione di ambienti di lavoro non conformi alle norme sulla sicurezza”. Un reparto per ripristinare le condizioni di sicurezza, certo non l’intero carcere per il sindacato.

“Realizzare nuove strutture più piccole e più umane”

Secondo l’assessore Veloccia invece “appare necessario prendere una decisione definitiva sul futuro di questo carcere che vede circa 1200 detenuti a fronte dei 626 posti disponibili, 15 suicidi in carcere negli ultimi 5 anni e condizioni di vita totalmente inadeguate. È del tutto evidente che mantenere la principale struttura carceraria romana all’interno di un ex Convento del 1600 è una scelta antistorica e incompatibile con qualsiasi principio di umanità e dignità delle persone”.

Le soluzioni alternative allo storico carcere romano si possono individuare “attraverso la realizzazione di nuove strutture più piccole e più umane. Già diversi anni fa l’ex Ministro Orlando aveva ipotizzato la dismissione di questo Istituto, ipotizzando una collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti. Bisogna ripartire da questa necessità superando le resistenze varie che ancora ci sono”.

“Aspettiamo un cenno dal ministro Nordio”

“Come Roma Capitale avevamo già avviato un tavolo di confronto con il precedente Governo che siamo pronti a riprendere immediatamente individuando anche aree pubbliche di nostra proprietà per realizzare queste strutture – conclude Veloccia -. Aspettiamo dunque un cenno dal ministro Nordio, garantendo massima collaborazione istituzionale: ne va della vita di tante persone e del rispetto dei valori di umanità e dignità che da sempre contraddistinguono Roma”.

Fns Cisl Lazio: “Chiusura? Da escludere categoricamente”

Tra i primi a rispedire al mittente la proposta proprio la Fns Cisl Lazio che “esclude categoricamente” l’ipotesi chiusura. “Probabilmente si dimentica che per costruire nuovi carceri servono anni – scrive il sindacato – bastano pochi accorgimenti per migliore le condizioni del carcere attenendosi rigidamente alla capienza massima di detenuti tollerati, 628”.

Prima di prevedere un carcere nuovo, sicuramente in periferia come da anni si cerca di fare, forse – prosegue la Fns Cisl Lazio – sarebbe meglio sistemare quelli esistenti e non certo pensare a nuovi fuori città, irraggiungibili per mancanza di mezzi di collegamenti e strutture. Aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria”. Per la Fns Cisl del Lazio l’ipotesi chiusura “è da escludere categoricamente considerata, anche, la storia dell’Istituto romano di Regina Coeli”.

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