Fontana di Trevi a pagamento, così si vuole risolvere il problema dell’overtourism
Ospite in collegamento: Daniele D’Antoni, vicepresidente Assoutenti Lazio
La più grande e celebre fontana di Roma è da anni preda di un turismo, spesso, incontrollato e caotico. Chiunque si trovi nella Città Eterna non può, infatti, non visitare la Fontana di Trevi. Eppure negli ultimi anni è diventato particolarmente difficile: tra vere e proprie masse di turisti, diventa impossibile anche avvicinarsi, figurarsi riuscire a scattare una foto.
Non esistono dati ufficiali sul numero di accessi, ma la maggioranza dei 21 milioni di turisti che lo scorso anno ha pernottato a Roma si è affacciata senz’altro ad ammirarla. Alcune stime parlano di 8-12 mila visitatori al giorno e 1.200 all’ora nei momenti di punta. Quel che è certo è che la piccola piazza su cui si affaccia la fontana è sempre molto affollata e la circolazione è difficile, con rischi anche per l’ordine pubblico.
E allora cosa si è pensato di fare? C’è in ballo il progetto di rendere la Fontana di Trevi a pagamento: non ci saranno cancelli, si pagherà solo per entrare nel famoso catino da dove si lanciano le monetine. L’idea era stata annunciata dall’assessore Alessandro Onorato e poi confermata dal sindaco Roberto Gualtieri.
Il progetto è di creare un ingresso obbligatorio ed un’uscita, controllati da steward ed hostess; sarà obbligatorio prenotarsi e si avrà, così, mezz’ora di tempo per ammirare il famoso monumento. Il costo del biglietto dovrebbe aggirarsi sui 2 euro e sarà attivo nel 2025 con il Giubileo. “La piazza di Fontana di Trevi rimarrà aperta e gratuita – ha specificato Onorato sul suo profilo Tik Tok – la prenotazione e il ticket serviranno per entrare sulle gradinate sotto il monumento”.