Ritiro vaccino anti-Covid Astrazeneca: “Dopo tre anni viene a galla la verità”

Il vaccino anti covid Astrazeneca è stato ritirato. La notizia, ormai ampiamente diffusa da ogni tipo di media d’informazione e da tempo nota ai più, oltre ad aver fatto scalpore a livello mediatico, medico, politico e popolare, ha riaperto un dibattito, che per anni è stato piuttosto acceso, relativo all’opportunità e alla legittimità dell’uso di vaccino come pratica curativa e contenitiva della diffusione globale del virus Covid-19.

Morti, reazioni avverse, effetti collaterali: sono state, e sono tuttora, delle ferite sanguinanti e non rimarginate che hanno acceso ancor di più animi e preoccupazioni di quelli che, fin da subito, si sono posti degli interrogativi circa l’efficacia e la correttezza di questo tipo di pratica.

Come noto, fin da subito emersero due schieramenti diametralmente opposti: da una parte c’era chi si ‘votava’ fervidamente a favore della somministrazione dei vaccini, dall’altra invece chi la combatteva – con vigore e perfino coraggio, andando contro buona parte dell’opinione pubblica e del vento ‘a favore’ – sottolineandone la pericolosità e la non utilità ai fini della guarigione e del contenimento dei contagi.

Tra coloro i quali erano (e sono) pienamente impegnati in questa ‘battaglia’ (non solo ideologica e concettuale) c’era e c’è il dottor Mariano Amici, medico di Ardea, provincia di Roma: il quale, fin da subito , dichiarò la sua contrarietà alla vaccinazione anti-Covid di massa. Una presa di posizione forte, determinata, rispetto alla quale Amici non ha mai cambiato opinione. E a tre anni di distanza, a buona ragione.

Sono infatti note le campagne e le iniziative condotte dal dottor Amici in relazione alla fondamentale importanza della consapevolezza e del ‘consenso informato’ da parte dei cittadini sottoposti alla vaccinazione circa la pericolosità della stessa, così come pure le sue istanze in favore di un dibattito fondato su ricerche e letterature medico-scientifiche e dati di fatto appurati dalla scienza e, poi, avvalorati dalla coscienza dei medici.

Alle sue prese di posizione, negli anni della pandemia, seguì una lunga fase – ricca di spunti, interviste Tv, diatribe, convegni e incontri di piazza – che ha visto il dottor Amici non arretrare di un solo centimetro rispetto alle sue convinzioni. Che all’inizio sembravano lontane non solo dall’opinione della scienza ufficiale, ma in qualche modo anche dal giudizio della gente. Il tempo ha però cambiato le cose, e anche di parecchio. La fascia di cittadini convinta dalle tesi del dottor Amici (e naturalmente non solo da lui), si è allargata sempre di più, toccando anche diversi altri esponenti della medicina e della scienza. Il dottor Mariano Amici, dichiarandosi contrario ai vaccini, aveva tra le altre cose preconizzato il ritiro degli stessi.

A distanza di tre anni, a quanto pare, i fatti mi hanno dato ragione“, dichiara oggi Mariano Amici. Inoltre, alla luce di quanto è emerso col ritiro del vaccino Astrazeneca, riemergono alcuni elementi e, soprattutto, alcuni vibranti contrasti che hanno visto protagonisti da un lato il Dottor Amici e dall’altro, ad esempio, l’infettivologo Matteo Bassetti.

Il quale si è espresso sul ritiro del vaccino Astrazeneca nel corso della trasmissione del 12 Maggio 2024 “Che sarà” su rete Tv nazionale. Sollecitato sul possibile legame tra il ritiro e i noti effetti collaterali prodotti dal vaccino Astrazeneca, Bassetti ha smentito questa correlazione. Nel merito, l’infettivologo ha sostenuto che tale vaccino, creato nel 2020, venne utilizzato nel 2021 pur essendo già un ‘vaccino vecchio’: essendo basato, cioè, sul virus originale. Nel mentre, rammenta  Bassetti, erano però apparse alcune varianti del virus, rispetto alle quali tale vaccino non sarebbe stato adeguato. Perché, allora – sostengono Amici e tutti gli altri suoi colleghi contrari al vaccino anti-Covid – insistere sull’uso di un vaccino fin da subito non considerato adeguato?

Il resto, secondo la ricostruzione di Bassetti, è noto. Non trovando mercato, e risultando invenduto in molti Paesi, questo vaccino aveva spinto Astrazeneca a decidere di ritirarlo, puntando sulla tecnologia alternativa a mRNA. Il tutto è però coinciso con un processo, con sede in Inghilterra, riguardante agli effetti collaterali relativi della somministrazione del vaccino anti-Covid di Astrazeneca.

Per Bassetti, tuttavia, gli effetti collaterali del vaccino Astrazeneca ‘erano ben noti’, dal momento che – come ricordato dall’infettivologo – nel “foglietto illustrativo del 17 Aprile 2021” si parlava di possibili effetti collaterali  “tra i 10 e i 15 casi ogni milione di abitanti”, in particolar modo in riferimento a casi di trombosi legati alla vaccinazione.  Anche su questo tema, però, i ‘contrari’ alla vaccinazione si erano fin da subito domandati se si fosse fatto abbastanza in merito ad un reale ‘consenso informato‘, nel senso pieno del termine. Ovvero, se i cittadini fossero stati messi nelle condizioni di sapere davvero tutto al riguardo delle potenziali pericolosità del vaccino. E, ancora, se si fosse davvero provato a cercare una valida alternativa alla vaccinazione di massa.

Al riguardo, Bassetti, sempre all’interno dell’intervista Rai all’interno del contenitore “Che sarà” ha affermato di esser stato ‘tra i primi” ad aver suggerito di puntare sulla soluzione della tecnologia a mRNA. Sollecitato in studio sui casi ‘avversi’, legati alle trombosi (risultate, purtroppo, fatali in diversi casi e oggi oggetto anche di procedimenti giudiziari) generate dalla somministrazione del vaccino anti-Covid, l’infettivologo ha sostenuto la tesi secondo cui, in linea di principio, tutti i farmaci – dalla pillola anticoncezionale agli antinfiammatori – possono produrre effetti collaterali di questo tipo e di tale gravità.

“Affrontare questi argomenti nelle sedi opportune”: questo sostiene Bassetti, ritenendo che piazze, trasmissioni televisive e giornali, non siano i luoghi adatti, al contrario delle Commissioni vaccinali, presenti nelle ASL italiane. “La politica qualche volta ha avuto delle invasioni di campo”, ha infatti dichiarato solo ora l’infettivologo.

Le tesi di Bassetti, come era logico presupporre, si sono scontrate sulla replica di Mariano Amici. “Dopo tre anni i fatti mi hanno dato ragione“, ha dichiarato il dottore. Che, poi, risponde punto su punto all’infettivologo.

“Non si può puntare il dito sul fatto che il vaccino sia stato invenduto – dice Amici – quando un dato era chiaro fin da subito: questo vaccino provocava morti, reazioni avverse, e questo io lo dicevo con forza mentre lui mi dava dello “Studentello”. Ebbene, cosa diciamo adesso alle famiglie delle vittime, o a coloro i quali hanno riportato effetti collaterali e danni gravi a causa dei vaccini?”

“Adesso – insiste Amici – dopo che sono passati tre anni non solo i fatti mi danno ragione, ma lui (Bassetti, NdR) ammette la sussistenza degli effetti collaterali e punta il dito sugli effetti avversi“.

Ciò che per Amici è sostanziale, in questo senso, è rendere i cittadini consapevoli, affinché le coscienze degli stessi maturino verso una piena conoscenza dei rischi. “Bisogna far firmare, sempre, il consenso informato.”, sostiene Amici. “Bisogna spiegare tutto ai pazienti: sempre, qualunque sia il farmaco prescritto o somministrato. Non puoi dirlo dopo. Non puoi parlare di effetti collaterali a distanza di tempo: è dovere del medico dirlo, anche se si tratta di statistiche pari a 10 casi su 1 milione.”, prosegue. “Tu, come medico, intendo devi comunicarlo: esiste questa possibilità. Che poi, statisticamente, i numeri delle reazioni avverse sembrano esser anche maggiori di quelli forniti.”

Secondo Mariano Amici il cittadino deve “decidere liberamente” se accettare o meno il rischio, e il medico deve rispettare le legge che impone di non violare questo “sacrosanto diritto” all’informazione completa, puntuale e totale. “Se già si sapeva che il vaccino era vecchio, allora perché propagandarlo come un miracolo?”

Per il medico di Ardea è necessario che “non si forzi mai la mano, in nessun verso”: soprattutto, adesso, in riferimento all’alternativa del vaccino a mRna. “Incoraggiare questo vaccino, proponendolo come super miracoloso senza preoccuparsi di alimentare, invece, un vero confronto scientifico sul vaccino mRna è, per me, sbagliato. Bisogna porsi il problema, come me lo sono posto io da tre anni, se questo vaccino provochi o meno reazioni avverse, problemi di salute gravi o morti improvvise. Come nel caso dei turbotumori, ad esempio: cosa piuttosto nota alla comunità scientifica. E’ c’è un’ampia letteratura anche relativa alle alterazioni genetiche, ad esempio, riconducibili ai vaccini”.

In sintesi, dunque, specie alla luce del destino cui il vaccino anti-Covid di Astrazeneca è giunto, per Mariano Amici è fondamentale non “focalizzare l’attenzione su cure miracolose”, ma puntare tutto sulla scienza, sui dati scientifici, sul dibattito medico. E, ancora una volta, sull’informazione corretta da diffondere ai cittadini.



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