San Camillo-Spallanzani, record di trapianti di fegato

Il Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti (POIT) ha registrato un’attività senza sosta durante l’estate, con 14 trapianti di fegato effettuati solo nel mese di agosto. L’equipe medica diretta dal Prof. Giuseppe Maria Ettorre ha garantito un servizio continuo, coinvolgendo chirurghi, anestesisti e personale infermieristico. Dall’inizio dell’anno, il POIT ha raggiunto quota 65 trapianti, confermando un trend in crescita rispetto al 2023, anno record per il Lazio. Questo risultato eccezionale evidenzia l’importanza del POIT non solo a livello regionale, ma in tutto il centro-sud Italia, con pazienti provenienti da diverse regioni. La collaborazione tra le strutture del San Camillo-Forlanini e l’INMI Spallanzani è alla base di questo successo.

Trapianti, estate di grande attività al POIT

Durante il mese di agosto 2024, il POIT ha eseguito 14 trapianti di fegato consecutivi, dimostrando una straordinaria capacità organizzativa e operativa. L’attività trapiantologica non ha mai subito rallentamenti, neanche nel periodo estivo, grazie al lavoro di un team multidisciplinare.

Chirurghi, anestesisti, coordinatori e infermieri hanno collaborato per garantire un servizio continuo h24, rispondendo alle esigenze dei pazienti in lista d’attesa. Questo impegno ha permesso di mantenere alto il livello delle prestazioni mediche anche in un mese notoriamente caratterizzato da ferie e riduzione del personale.

Collaborazione tra San Camillo-Forlanini e INMI Spallanzani

Il POIT rappresenta un esempio di eccellenza nella sanità italiana, frutto della collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini e l’INMI Spallanzani. Grazie a questa sinergia, sono stati realizzati dall’inizio dell’anno 65 trapianti di fegato, superando già a settembre la metà del record raggiunto nel 2023, con 80 trapianti complessivi.

Il POIT svolge un ruolo di primo piano non solo nel Lazio, ma anche per pazienti provenienti da regioni limitrofe come Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo, che rappresentano il 40% dei trapiantati.

Il successo di questo centro è il risultato del lavoro coordinato di diverse unità operative, tra cui le Epatologie del San Camillo e dell’INMI, dirette rispettivamente dai Dott. Adriano Pellicelli e Gianpiero D’Offizi, e le Rianimazioni, guidate dal Prof. Luigi Tritapepe e dalla Dr.ssa Mariagrazia Bocci.

Supporto post-operatorio e filiera dei trapianti

Un altro elemento chiave del successo del POIT è la gestione completa della “filiera” del trapianto. Oltre all’intervento chirurgico, il centro offre un supporto costante ai pazienti con insufficienze epatiche acute e nelle fasi post-operatorie, grazie al team di anestesisti guidato dalla Dr.ssa Micaela Maritti.

Il Centro Regionale Trapianti, diretto dal Dott. Mariano Feccia e situato all’interno del San Camillo, svolge un ruolo cruciale negli studi di compatibilità e nel coordinamento delle operazioni di trapianto. L’efficienza dell’organizzazione permette di affrontare le sfide logistiche legate all’approvvigionamento e al trasporto degli organi, sia dentro che fuori regione.

Avanzamenti nella “transplant oncology”

Oltre alla straordinaria capacità di eseguire trapianti di fegato, il POIT si distingue anche per i progressi nella “transplant oncology”. Negli ultimi anni, il centro ha ampliato le indicazioni per il trapianto, includendo patologie come metastasi epatiche, tumori neuroendocrini e colangiocarcinomi.

Già nel 2024 sono stati eseguiti tre trapianti per metastasi epatiche in pazienti non candidabili alla resezione chirurgica, offrendo loro una speranza di vita che altrimenti non avrebbero avuto. I

l centro continua a essere un punto di riferimento in Italia per l’applicazione di tecniche avanzate di trapianto, come dimostrato dal primo trapianto di fegato su una paziente con insufficienza epatica causata da trattamenti per un precedente tumore mammario.



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