“Dobbiamo accelerare per raggiungere l’obiettivo del 2035”. Così scrive su X il commissario europeo all’Industria, Thierry Breton, ormai arrivato quasi al termine del suo mandato. La sintesi di una giornata a Bruxelles è quella di una concorrenza alquanto insormontabile della Cina sulle tecnologie verdi e i risultati di vendite troppo stesso deludenti di auto elettriche. Dall’altra parte, la diplomazia sembra avere dei ritmi tranquillizzanti che contrastano con la crisi di cui se ne sta segnando l’atto di nascita ufficiale.
Il documento redatto da Mario Draghi – che riconosce come la competitività del sistema Europeo vada di pari passo con il processo di decarbonizzazione – viene ripreso dallo stesso Breton quando parla di come sia essenziale conciliare gli obiettivi climatici con la competitività. Allo stesso tempo il tavolo a cui hanno partecipato le maggiori industrie automobilistiche europee è stato di certo molto utile, ma è servito ancora una volta per ribadire l’obiettivo dello stop alla vendita di auto a motore termico entro il 2035.
Auto elettriche, pilastro della politica green europea
È vero che sulla carta dovrebbe essere uno dei pilastri della politica green europea, ma la messa al bando entro il 2035 di auto e veicoli leggeri a motore tradizionale resta anche uno dei temi di maggior dibattito e diffidenza. Da una parte c’è chi sostiene – spesso inascoltato – che i cicli produttivi e di smaltimento di alcuni componenti delle nuove vetture avrebbero alla fine costi economici e ambientali più gravi che il provvedimento vorrebbe combattere. Dall’altra c’è chi avanza seri dubbi sul fatto che si sia in grado di compiere nei tempi previsti una transizione così massiccia.
E non è nuova la notizia che recentemente la Corte dei Conti dell’Unione europea abbia di fatto bocciato l’Europa evidenziando che il cosiddetto Green Deal nasconda troppi rischi, un po’ per i limiti industriali del nostro continente – poco competitivo e in ritardo – e un po’ per i costi insostenibili delle tecnologie destinate a sfruttare i carburanti alternativi. Di fatto non è detto che i consumatori siano in grado di acquistare queste auto elettriche.
Auto elettriche in Italia e a Roma
Mentre Bruxelles impone nuovi dazi per l’acquisto dei modelli prodotti in Oriente – oggi tendenzialmente più convenienti di quelle prodotte in Europa – il mercato delle immatricolazione resta tiepido: nel 2023 sono state vendute 1,5 milioni di auto elettriche, ma dopo l’innamoramento locale, sembra che il trend sia in calo.
Per un Paese come l’Italia, giugno è stato un mese particolarmente favorevole per il mercato delle auto elettriche, con ben 13.365 immatricolazioni. Poi un leggero calo. La città di Roma, invece, è al primo posto quanto a punti di ricarica comunali (4.006 punti, +893 nei 12 mesi) per numero di colonnine per le auto elettriche in Italia. Secondo un monitoraggio che ha fatto l’associazione Motus-E, Roma è la città che si discosta dal resto del Lazio con il record nella top 5 delle Regioni con più punti di ricarica.