Il bando per la concessione di mille nuove licenze per i taxi della Capitale è online da poche ore, ma rischia di non avere vita facile. La critica maggiore proviene dai sostituti alla guida e il ricorso al tar è ciò che viene gridato più forte. Scopriamo i motivi.
I sostituti alla guida sono gli autisti precari, che sostituiscono o affiancano i titolari di licenza e che da anni attendono di poter avere un proprio permesso taxi. Oggi contestano il fatto di essere stati messi sullo stesso piano degli altri candidati, come se il Comune non si fosse curato dell’esperienza precedente, di quanto pregresso ci sia nella loro attività. Infatti gli stessi hanno chiesto ai propri legali di agire in modo tale da poter presentare un ricorso con tutti i punti controversi al Tribunale Amministrativo Regionale.
“Il 2 settembre è stato pubblicato il bando per il rilascio di nuove licenze taxi dal Comune di Roma. Le promesse che erano state fatte dal sindaco Gualtieri e dall’assessore Patané sono state disattese – afferma ai microfoni di Radio Roma Paolo Macioci, presidente del Comitato sostituti alla guida -. Infatti non c’è nessuna tutela per i sostituti alla guida sia nel punteggio sia nell’accesso al credito. Infatti i vincitori del concorso dovranno pagare in un’unica soluzione entro 60 giorni 75.500 euro.”
Taxi, il bando che fa discutere
Il bando in questione prevede il rilascio a titolo oneroso di 1000 nuove licenze per i taxi della Capitale, di cui 800 ordinarie e 200 destinate al trasporto di persone con disabilità. Un risultato importante dopo 20 anni di attesa, sottolinea l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patané, intervenuto ai microfoni di Radio Roma Tv, ma per chi vincerà il concorso, ci sarà da versare al Comune, per le prime, 75.500 euro, mentre per le seconde 52.850 euro.
“Ci sembra un bando fatto ad hoc per le giovani leve e per chi ha i soldi – racconta Macioci -. Infatti addirittura rispondendo a quattro domande di inglese si avrà più punteggio di uno che ha 15 o 18 anni di sostituzione alla guida.”
La promessa di un ricorso al Tar
I lavoratori e i sindacati sono indignati dalla realtà che si sta verificando. “A noi sembra una follia. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali. Faremo sicuramente un ricorso al Tar e, se non basterà, arriveremo al Consiglio di Stato e anche alla Corte europea perché questo bando va assolutamente bloccato.”
D’altronde chi da sempre svolge questo mestiere, adesso ha paura del futuro perché di fronte a questo bando si sente come una “scarpa vecchia” che non può più essere utilizzata, nonostante l’esperienza, nonostante la voglia di proseguire. Ma i sindacati e i lavoratori annunciano battaglia ad un bando definito addirittura anticostituzionale.