A fine luglio, la “Via Appia. Regina Viarum” è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale, diventando il 60° sito italiano ad essere riconosciuto dall’Unesco. La decisione è stata presa dal Comitato del Patrimonio Mondiale durante la 46ª sessione che si è svolta a Nuova Delhi.
Via Appia, convegno a Monte San Biagio
Nel convegno che si è svolto a Monte San Biagio, dal titolo “La via Appia tra patrimonio dell’Unesco e turismo lento”, c’è stato un dibattito tra rappresentanti delle istituzioni sulle potenzialità di sviluppo territoriale legate alla valorizzazione della “Regina Viarum”.
In tal senso, l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli ha dichiarato: “L’iscrizione della via Appia nel patrimonio dell’Unesco ritengo costituisca un lungimirante e doveroso risultato raggiunto dal nostro governo in considerazione della peculiarità storica di un’arteria che, non solo ha costituito una profonda innovazione in età romana sia sul piano tecnico che sul piano profondamente giuridico, qualificandosi come ‘via publica’, ma che nello stesso tempo ha costituito e costituisce tuttora la più evidente espressione della continuità del nostro territorio”.
Ha aggiunto l’assessore: “Una continuità territoriale espressa dalla via Appia che credo rappresenti il dato di riferimento per confermare il grande potenziale esistente dietro una programmazione turistica integrata, in grado quindi di valorizzare le diverse, ma complementari specialità che i nostri territorio offrono. In questa ottica non può che costituire un passaggio importante il riconoscimento della via Appia nel patrimonio dell’Unesco, offrendo, appunto, ai comuni una prima opportunità di valorizzare tale bene con iniziative comuni alle quali poter accompagnare un’organizzazione funzionale a fare conoscere il proprio territorio nella sua interezza”.
Ha concluso Ciacciarelli: “Ma allo stesso tempo ritengo che non si possa dissociare, soprattutto nella consapevolezza dei limiti e delle problematiche che attualmente i nostri territori presentano, nella loro morfologia urbana, lo sviluppo turistico da una corretta e funzionale pianificazione territoriale delle strutture ricettive, evitando così di rimanere nella lettera morta di una grande organizzazione turistica priva di infrastrutture adeguate a mantenerla”.