Roma, tolleranza zero sui fannulloni: scontro tra Atac e i sindacati

Da anni la politica e i mezzi di comunicazione definisco ‘furbetti del cartellino’ o veri e propri ‘fannulloni’ quanti non lavorano nel modo adeguato, piaga che diventa poi anche un pretesto per incanalare tutto il malcontento dell’opinione pubblica verso le inefficienze del sistema statale. Ma il fenomeno in questione può e deve essere così generalizzato?

Da anni la politica e i mezzi di comunicazione definisco ‘furbetti del cartellino’ o veri e propri ‘fannulloni’ quanti non lavorano nel modo adeguato o addirittura si assentano senza motivo, non facendo particolari distinzione nei vari settori. Periodicamente le istituzioni rivolgono la loro attenzione verso questa sorta di piaga che diventa poi anche un pretesto per incanalare tutto il malcontento dell’opinione pubblica verso le inefficienze del sistema statale. Ma il fenomeno in questione può e deve essere così generalizzato?

Atac, il caso dei “fannulloni”

Da ultimo, il caso di cui questi giorni si sta parlando lo ha sollevato Il Messaggero. A Roma Atac ha annunciato la ormai tolleranza zero nei confronti dei suoi lavoratori. Il 2% dei dipendenti – su un totale quindi di 10.200 persone considerando tutte le mansioni – ha ricevuto nell’anno 2023 una sanzione che spesso è ricaduta su coloro che costituiscono la maggioranza dei dipendenti dell’azienda, ossia gli autisti.

Secondo quanto riporta il caso in questione, alcuni di loro portavano avanti un doppio lavoro: a far parlare ad esempio è il caso della “fatina”, ovvero la lavoratrice Atac che si metteva più e più volte in malattia per vendere le sue creazioni artistiche nelle fiere, nelle sagre di paese o nelle spiagge.

Fannulloni o solo mele marce? Risponde Usb

Atac, quindi, a gran voce direbbe “Basta!” e ha pensato di farlo con un premio – per il momento è solo un’idea – per chi si presenta al lavoro. L’ipotesi di un tale premio sarebbe rivolto a cercare di ridurre significativamente gli attuali tassi di assenza. Ma la domanda è una, tolti tutti gli stereotipi del caso che investono tutti i settori: si tratta di un fenomeno così generalizzato o delle classiche mele marce?

A rispondere è stato Michele Frullo, del sindacato Usb settore Trasporti. “C’è un continuo attacco da parte della stampa verso i lavoratori di Atac – afferma nel video Michele Frullo – Tutti i giorni questi lavoratori prestano la loro opera nella città di Roma e servando i cittadini al meglio possibile garantendo la massima sicurezza. Non è più possibile accettare questi attacchi solo per cercare di favorire un privato che un domani penserebbe solamente al profitto e non alla qualità del servizio dei cittadini di Roma. Quei pochi casi che ci sono stati di personale che si è fatto licenziare perché non è più riuscito ad effettuare questo mestiere, lo ha fatto visto la pesantezza dei carichi di lavoro. Dopo pochi giorni si assentano e non vengono più al lavoro perché vogliono essere licenziati. Questo è la situazione.”

Quindi casi sporadici come questi, dice il sindacato Usb, non possono essere spacciati per quella che è la regola. A conferma di tutto ciò, basti leggere i numeri di cui sopra che riportano come le sanzioni abbiano riguardato solo il 2% di dipendenti, ossia poche decine di lavoratori.

“I pochi casi di mele marce – continua Michele Frullo di Usb trasporti – sono quei pochi casi di mele marce che capitano in tutti gli ambienti di lavoro, anche nelle forze dell’ordine. Se c’è una mela marcia, non si criminalizzano tutte le forze dell’ordine”



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