L’ultima volta all’Olimpico per un saluto caloroso ai tifosi era lo scorso Maggio. Qualche giorno fa aveva scritto un messaggio d’addio che aveva fatto il giro del web. Oggi il mondo del calcio piange la scomparsa di Sven Goran Eriksson a 76 anni. L’ex allenatore di Lazio e Sampdoria aveva annunciato all’inizio dell’anno di avere un cancro al pancreas: “Nel migliore dei casi mi resta da vivere un anno o anche di più, nel peggiore anche meno – aveva detto – In realtà nessuno può esserne sicuro con certezza, è meglio non pensarci”. Tanti i tifosi della Lazio che in queste ore piangono, anche sui social, un grande allenatore ma soprattutto un grande uomo. La società biancoceleste ha perso con lui l’allenatore più titolato della propria storia: dalla Coppa Italia del 1998, vinta in rimonta contro il Milan, alla Supercoppa italiana del 2000, lo svedese ha arricchito la bacheca della Lazio di ben sette trofei. Il più importante resta lo scudetto del 2000, vinto all’ultima giornata recuperando 9 punti di distacco alla Juventus. Eriksson ha però regalato alla Lazio anche gli unici due titoli europei vinti: la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea del 1999.
Tra i tanti oggi lo ricorda l’allenatore del Monza, Alessandro Nesta, allora capitano della Lazio: “Mi ha dato tantissimo: se io oggi tratto bene le persone me l’ha insegnato lui” ha ricordato. Di quella Lazio, molti calciatori sono diventati allenatori, arrivando al vertice in Europa: Mancini, Inzaghi, Simeone, Conceicao… Perché Eriksson ha trasmesso le proprie qualità a tutto lo spogliatoio. Tutto con garbo, educazione, signorilità, senza mai urlare. Un mondo che sembra parecchio distante dal calcio di oggi.
