Un premio per chi lavora, il piano Atac contro gli assenteisti

Un premio per chi lavora, il piano Atac contro gli assenteisti

Ospite in collegamento: Michele Frullo, segretario USB

Il Giubileo è alle porte e Roma deve fare i conti con il servizio che sarà, di fatto, il più importante per l’Anno Santo: il trasporto pubblico. Con gli oltre 30 milioni di pellegrini previsti, infatti, la Capitale dovrà garantire un servizio di linea senza intoppi e che sia in grado di rispondere ad una domanda così ampia.

E così arriva il piano Atac: la municipalizzata vuole garantire una maggiore presenza sopra e sotto le strade dei suoi dipendenti, in particolare autisti e macchinisti, prevedendo un premio per chi lavora e disincentivi per evitare le assenze. Nel 2023, infatti, la percentuale di assenze ha toccato il 13,1%: un dato che è stato sentito soprattutto dai pendolari (che utilizzano il trasporto pubblico per recarsi al lavoro, a scuola, a casa).

Il piano industriale di Atac è un documento che traccia i programmi dell’azienda di trasporto fino al 2027: innanzitutto verrà introdotto un sistema di premialità legato alla produzione chilometrica, si tratta di premi legati “alle performance e alla presenza effettiva/operativa”; si rivedrà, poi, il sistema retributivo, in particolare la parte “variabile”.

La polemica e la risposta di Atac

La strategia di Atac, però, ha scatenato una sere di polemiche e ironie. Sono in molti a chiedersi: piuttosto che prevedere più incentivi per chi lavora, perché non punire chi si assenta? Non si è fatta attendere la risposta dell’azienda.

“Atac smentisce che sia intenzione dell’azienda premiare in alcun modo chi si assenta dal lavoro – si legge in una nota -. Al contrario, Atac adotterà strategie di contenimento del fenomeno che consentiranno di ridurre significativamente gli attuali tassi di assenza e insieme consentiranno di attuare gli obiettivi di piano per gli aumenti della produttività”.

“Si tratta di un normale meccanismo per tenere conto delle diverse realtà locali di svolgimento del servizio, – si legge ancora – dalle dimensioni della rete alla variabilità (sempre meno presente a Roma) tra offerta di servizio nelle ore di morbida e di punta ed anche di calendario, per gli eventi nazionali e delle frequentazioni turistiche. Tutte circostanze delle quali un contratto nazionale di categoria ovviamente non può tenere in conto. L’azienda sta lavorando nel miglioramento dei livelli complessivi di produttività, non solo operativa e senza alcuna ambiguità”.



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