Il ds del Frosinone, Guido Angelozzi, ha rivissuto la promozione con lo Spezia, avversari dei ciociari nella prossima giornata, ai microfoni del Secolo XIX.
Le parole di Angelozzi
“La promozione in Serie A è stata un’emozione indescrivibile vissuta sulla pelle. E quell’immagine dello stadio vuoto e fuori la gente impazzita. Per chi ama il calcio o per chi ama e basta, come i tifosi dello Spezia, qualcosa che ti resta dentro. Sapevo che il rischio di dover andare via c’era. Mi convocarono a Porto Cervo, salii sulla barca di Volpi e trovai lui, silenzioso, Chisoli e Fiorani. Mi dissero che il rapporto si interrompeva, nonostante la A. – racconta ancora Angeloazzi – Fa male, stetti male, fu un periodo difficile, un trauma, ma dovetti accettare. Anche di non poter parlare, di non poter raccontare, bloccato da un accordo”.
Sul ritorno al Picco di sabato sera…
“Mi dicono lo stadio sia cambiato un po’, la gente non credo, c’è una tifoseria che non dimentica nulla. Ti possono anche criticare, ma se dai l’anima diventi un’eroe. Sono venuto per la compilazione dei calendari, è stato tutto un abbraccio”.
Sulla retrocessione del Frosinone…
“Ci sta nel calcio, sono cose che succedono e succederanno ancora. Non me la sono sentita di andarmene dopo una retrocessione, Stirpe mi considera importante, avevo richieste di club altrettanto importanti. Ma voglio ripartire da qui, ed essere 90 minuti nemico sportivo dello Spezia. Ma solo 90’, non oltre”.