Gli European Transplant Sport Championships (ETSC) 2024 sono un evento multi sportivo che ha visto la partecipazione di oltre 500 trapiantati d’organo e tessuti e pazienti in dialisi da oltre 25 Paesi d’Europa. La manifestazione si è tenuta da domenica 21 luglio a domenica 28 luglio a Lisbona, in Portogallo, e ad ospitare i giochi europei è stato il GDTP – Grupo Desportivo de Transplantados de Portugal con l’assistenza di O-Sport.
Gli atleti trapiantati e dializzati che hanno onorato i colori della nostra bandiera ai giochi europei sono stati presentati da Transplant Sport Italia durante la conferenza stampa in Campidoglio il 12 luglio, appuntamento durante il quale ci si è concentrati su due aspetti fondamentali: il valore del dono e l’importanza dello sport.
Transplant Sport Italia: la donazione in Italia
Transplant Sport Italia è un’associazione sportiva che è nata con l’idea di riunire tutti gli atleti dializzati e trapiantati d’organo iscritti nelle varie società sportive dando loro la possibilità di partecipare ai campionati europei. Per gli atleti, e non solo, realtà come questa – associativa e sportiva – rappresentano l’esempio perfetto di condivisione, di tenacia, di determinazione, di perseveranza e di solidarietà, valori alla base dell’associazione e di chi ha trovato o ritrovato nello sport un modo per far fronte a quanto stava o sta vivendo.
Tali manifestazioni servono soprattutto a sensibilizzare le persone su un aspetto vitale, nel vero senso della parola: donare salva una vita, ma questo in Italia sembra essere ancora un tabù. Vincere una competizione è importante, ma ancora più importante è convincere chi si rivolge al tema del trapianto con paura o reticenza perché, come racconta il presidente dell’associazione, Andrea Vecchi, “non c’è trapianto senza donazione”. Una frase apparentemente ‘banale’ e ovvia nel contenuto, ma piena di una verità che se solo ci si ferma a leggerla e rileggerla, ci si rende conto di quanto ad oggi vada scardinata da preconcetti che spesso non lasciano intravedere il gesto della donazione come uno dei gesti più altruisti al mondo.
In Italia, anche forse per gli stereotipi che si annidano attorno al tema del trapianto e i problemi legati alla sanità, la situazione non sembra essere delle più floride: ci sono circa 8mila persone in attesa di un trapianto e, per la mancanza di organi, il numero di interventi ogni anno ammonta a circa 4mila. “È fondamentale che ci sia questa cultura, questa forma di socializzazione perché lasciare ad altri ciò che a noi non serve più è una forma di civiltà, ma serve anche a chi deve ricevere perché non è un passo semplice. Alcuni lo affrontano con un po’ di difficoltà – dice Leonardo Loche, presidente Forum Nazionale Onlus -. Quindi far entrare nella vita comune che donare e ricevere sono atti normali, forse può aiutare anche a chi può avere delle difficoltà.”
Trapianto e sport
Altro punto fondamentale e protagonista della conferenza stampa, è stato lo sport, ossia quella forma di attività che ha l’obiettivo di migliorare o mantenere le capacità e le abilità psicofisiche di una persona. Il valore aggiunto che ha risiede proprio nei benefici che apporta al corpo, ma anche alla mente. L’attività sportiva spesso si sceglie in base alle proprie passioni, al proprio talento perché riesce, oltre a far bene a chi lo pratica, anche a divertire chi vi partecipa e ad intrattenere lo spettatore.
Ed è proprio questo l’aspetto che si è voluto sottolineare durante la conferenza stampa: nel caso di un trapianto, lo sport diventa uno degli aspetti fondamentali per la persona che ne dovrà affrontare o ne ha affrontato uno, ma serve anche a consegnare l’organo nelle migliori condizioni possibili.
“La nostra è una testimonianza sia del benessere dello sport sia dello sport stesso che mantiene, appunto, l’organo trapiantato, quindi il dono. Questo è fondamentale!”, ha detto il dottor Andrea Vecchi. E ne è la riprova Enrico Dell’Acqua, Country Representative ETSC Lisbona 2024, ma che da tutti viene chiamato nonno Enrico perché, come racconta lui, “è il più vecchio al mondo dei trapiantati che fanno sport”. Il suo sguardo, quando parla della sua storia e del suo rapporto con lo sport, dice tutto: è pieno di amore e di voglia di condividere con gli altri la passione per lo sport e l’esperienza che lo ha reso la persona che oggi è.
E se partecipare ad eventi come questo è già una grande occasione, per uno sportivo è molto gratificante ricevere una medaglia, ma in questo caso non è l’interesse primario. “Per noi la medaglia è un qualcosa in più perché nella vita abbiamo già vinto ricevendo il dono, che è la cosa più importante.” Lo ha detto Alessandro Meola, Team Manager ETSC Lisbona 2024.