Quasi nessuno se n’è accorto, poiché sono in pochi a frequentare le spiagge di primo mattino, ma in qualche stabilimento gli ombrelloni e le sdraio sono rimasti chiusi fino alle 9.30. E’ l’effetto dello sciopero di due ore organizzato dal Sindacato italiano balneari (Fipe/Confcommercio) e dalla Federazione italiana imprese balneari (Fiba/Confesercenti). Una protesta gentile, dicono, che nel Lazio, la sesta regione italiana per numero di stabilimenti, ha registrato una spaccatura, vista l’astensione di Federbalneari e Assobalneari.
La richiesta al governo è stata quella di intervenire per chiarire l’applicazione della direttiva Bolkenstein, che prevede nuovi bandi per le concessioni dal primo gennaio 2025. Si domandano regole certe per le aste, uguali per tutti nell’intero territorio nazionale, e indennizzi. Il governo dovrebbe affrontare lo spinoso argomento a fine mese, dopo la pausa di Ferragosto: si valuterebbe anche una proroga delle concessioni fino al 2030 nelle regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge è inferiore al 25%.