Arpa Lazio ha pubblicato i dati sul monitoraggio effettuato dopo l’incendio che lo scorso 31 Luglio è divampato nella collina di Monte Mario. Il personale dell’agenzia regionale ha installato un campionatore ad alto volume, ovvero uno strumento che consente di misurare la presenza di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine, a poca distanza dall’area interessata dall’incendio. Ebbene, per ciò che riguarda le diossine, il valore registrato tra il 2 e il 3 agosto è di 1,0 per pg per metro cubo, quindi un valore oltre i limiti se si tiene conto che per l’Organizzazione mondiale della sanità le concentrazioni di diossine e furani in ambiente urbano devono essere pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina.
Altro parametro di raffronto: per l’incendio di Ponte Mammolo le diossine avevano toccato il valore di 92 pg/m3. Il dato rilevato a Monte Mario è quindi sopra la soglia, ma decisamente al di sotto di quanto accertato nell’incendio che, pochi giorni prima, aveva interessato la zona di Ponte Mammolo.