Più ti sfoghi sui social, meno è il supporto sociale nella vita reale

La notizia della principessa di Dubai che ha lasciato il marito infedele su Instagram ha fatto scalpore. “Caro marito, visto che sei occupato con altre compagne, con la presente dichiaro il nostro divorzio“. E poi continua: “Divorzio da te, divorzio da te e divorzio da te”. Lo scrive tre volte facendo riferimento alla pratica islamica che permette ai mariti di divorziare dalle mogli dicendo queste tre parole per tre volte. Le donne lo usano raramente. Poi conclude: “Abbi cura di te. La tua ex moglie.”

Anche se la questione potrebbe sembrare banale, bisogna dire che utilizzare un social per comunicare in maniera ufficiale l’intenzione, in questo caso, di divorziare, fa riflettere su quanta importanza si dia a piattaforme – vetrina – di comunicazione. Sfogarsi tramite Facebook, Instagram, X o qualsiasi altro social, sta diventando un’abitudine per molti che indirettamente stanno chiedendo aiuto.

Sociale network e il nostro tempo

Ancora più effetto lo si ha nel momento in cui si pensa che l’uomo regali ai social una delle cose più importanti che ha: il tempo, e a dire il vero non si tratta di minuti, bensì di ore. Ognuno di noi naviga sul web almeno 6 ore al giorno, con picchi che arrivano a toccare anche le 12 ore. Delle 6 ore, almeno 2 sono dedicate ai social network, diventando così una sorta di seconda casa virtuale. Oltre ad essere una seconda casa, però, diventa anche una seconda identità.

Dicendo ciò che si sta affermando, non si vuole lasciar intendere che Internet e i social rappresentino il “nemico”, ma di certo un utilizzo eccessivo – come tutto – non porta a nulla di buono. Può creare dipendenza e anche un senso di distorsione dalla vita reale, dove si condividono le cose più personali.

A sostegno di quanto affermato, c’è uno studio del 2021 che ha dimostrato come più eccessivo è l’utilizzo del social come piattaforma attraverso la quale si chiede aiuto e minore è il supporto sociale che la persona in questione riceve nella vita reale. Sfogarsi condividendo è di certo una buona pratica perché un dolore condiviso, si dice sia un dolore alleggerito, ma farlo pubblicamente non è come farlo con esperti o con persone care perché potrebbe anche diventare un’arma a doppio taglio a servizio di tutti.



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