Zoffoli: “La Virtus Roma 1960 nasce per dare una squadra ai tifosi”
La storica cavalcata compiuta dalla Virtus Roma, che partita dalla C Gold è riuscita ad agguantare la storica promozione in B Nazionale, è l’emblema del binomio che contraddistingue ogni progetto vincente, passione e dedizione, messe in campo durante ogni allenamento e ogni partita dai cestisti virtusini. Ad aver reso tutto questo possibile è però il presidente Zoffoli, che nel 2021 ha preso dalle ceneri una squadra “costretta” al fallimento, riuscendola a trascinare, di pari passo con Coach Tonolli, in Serie B1, nel tentativo di ottenere la promozione nel corso della prossima stagione.
Intervenuto ai microfoni di Basket Magazine, il patron della società capitolina ha avuto modo di commentare il percorso vincente intrapreso solo poche stagioni fa dalla società e alcune scelte prese nel corso di questi anni. Ecco le sue parole:
SULLA NASCITA DEL PROGETTO:
“Con coach Tonolli ci conosciamo da tanti anni, siccome ha allenato mio figlio nell’U16 dell’HSC abbiamo avuto l’opportunità di stare a maggior stretto contatto. L’idea del progetto è nata dal fatto che fosse venuta a mancare la Virtus Roma che si era ritirata dal campionato di LBA. Una sera ne parlai con Tonolli, dato che lui rappresenta la storia della Virtus Roma ed è stato capitano per tanti anni, vista l’ipotesi che potesse scomparire per sempre e con lei tanti anni di storia. Così venne l’idea di creare una società con lui con il nome di Virtus Roma 1960. Una società creata per il movimento cestistico in generale ed anche per la città, l’idea era dare una squadra ai tifosi”.
SU TONOLLI:
“Per lui già il nome parla per sè. Lui nasce come allenatore giovanile nel 2016 come U15 dell’HSC dove arriva alle finali Nazionali e vengono eliminati al primo turno. L’anno successivo allena l’U16 ed inanella una serie di risultati nel campionato d’eccellenza dove sconfigge la Stella Azzurra che aveva giocatori di primo ordine, va alle finali nazionali e diventa vice campione d’Italia, sconfitta solo dalla Cantù di Gabriele Procida. La stagione seguente va a fare l’U18, domina la fase regionale, domina l’Interzona ed alle finali nazionali diventa campione d’Italia a Milano. È vice campione d’Italia U16 e campione italiano U18. A quel punto arriva alla Petriana ma quella stagione fu bloccata dal Covid. Successivamente inizia l’avventura alla Virtus Roma 1960 in C Gold dove nei suoi primi tre anni ha ottenuto due promozioni (prima quella in C Gold e poi quella in B Interregionale). Tonolli per me la sua carriera da allenatore già ce l’ha ed è in continua evoluzione”.
GLI OBIETTIVI ALL’INIZIO:
“Abbiamo sempre parlato di costruire fondamenta molto profonde e ci deve essere la possibilità di arrivare più in alto possibile ma con i tempi giusti. Mi sembra che in tre anni abbiamo raggiunto obiettivi importanti. Veniamo da due campionati vinti consecutivamente, con la B Interregionale che era molto difficile come campionato. Nell’ultima stagione c’erano 96 squadre di cui promosse sei, tra cui noi che siamo stati la prima squadra a passare in categoria superiore. I risultati ci sono stati e sono stati importanti in un tempo abbastanza ridotto”.
SUL PUBBLICO:
“Siamo rimasti piacevolmente sorpresi, ci ha reso felici. Noi ci eravamo posti l’idea di portare avanti un progetto sano e non ci aspettavamo così tanto seguito ed interesse. La cosa più importante è l’entusiasmo che hanno dimostrato tutti i presenti al PalaTiziano ed è stato un crescendo da quando abbiamo esordito nel 18 febbraio nella sfida contro la Carver, che è diventata un vero e proprio evento. In quella gara registrammo il primo sold-out del PalaTiziano dalla sua riapertura. Andare a giocare i playoff lì è stato molto impegnativo ed una scommessa dato il nostro obiettivo della promozione che era primario. Siamo passati dal PalaCentro al palazzetto di Viale Tiziano. All’inizio questo passaggio provocava angoscia ed invece poi la risposta del pubblico in termini di entusiasmo e partecipazione ha rappresentato il sesto uomo in campo”.
SULLA SOCIETÁ:
“Al momento è in movimento per avere una struttura societaria più adeguata alla nostra programmazione e quali sono i nostri obiettivi. Attualmente ci sono dei lavori in corsi per strutturare la società in un certo modo e mi auguro che ciò avvenga nel minor tempo possibile perchè poi questa sarà poi la struttura che darà le basi solide per cercare di ottenere altrettanti risultati solidi sul campo. Stiamo costruendo una squadra competitiva ma siamo coscienti delle difficoltà che ci troveremo di fronte e ci mettono nella condizione di cercare di fare il massimo come risultati ma non è facile raggiungere la promozione”.
L’OBIETTIVA DELLA PROSSIMA STAGIONE:
“Se dovesse arrivare la promozione non la scarteremo sicuramente, ma il nostro obiettivo è fare un campionato di ottimi risultati. La squadra è stata costruita con basi abbastanza importanti con curriculum estremamente importanti. Il nostro obiettivo minimo sono i playoff. Non ci poniamo limiti, nulla è dato per scontato. La costituzione della squadra è abbastanza competitiva, ma ce ne sono altre e dunque non è facile”.
SU COME NASCE LA SUA PASSIONE:
“Nasce tanti anni fa con la Virtus Roma, poi proseguita quando i miei figli, Saverio e Pier Adriele hanno scelto di intraprendere la carriera in questo sport. Saverio (oggi presidente della società) ha cominciato a giocare a basket a cinque anni e mi ha dato la possibilità di seguire sempre da più vicino questo sport che reputo magnifico. L’altra situazione è la presenza di Pier Adriele (attuale guardia/ala della Virtus Roma 1960) che anche lui si è avvicinato presto alla pallacanestro e tutt’ora sta costruendo la sua carriera a buoni livelli in questo sport”.
I SUOI RICORDI DEL BANCO ROMA:
“Il ricordo più bello che posso avere è stata, aldilà dello scudetto, la vittoria della Coppa dei Campioni. Era il Banco Roma di Larry Wright, che per me rimane la pietra miliare del basket romano e sicuramente fu una cosa incredibile per quei tempi. Una vittoria arrivata in rimonta sul Barcellona che ricordo con particolare piacere, proprio il fatto di non avere la certezza della vittoria finale fino alla sirena finale è quello che rende il basket emozionante”.
SULLE DIFFICOLTÁ DELLE ROMANE:
“Fino a pochi anni fa avevamo due società in A2 che erano la Stella Azzurra e quest’anno la Luiss. La prima ha deciso di non proseguire il suo livello professionistico a quei livelli ed ha venduto il titolo, mentre la squadra universitaria purtroppo è stata retrocessa con il verdetto sul campo. Roma come città ne ha avute di squadre, ma personalmente penso che Roma non sia una città industriale dove è facile trovare eventuali sponsorizzazioni anche a livello commerciale e management. Le difficoltà ci sono, ad esempio avere due palazzi dello sport uno più piccolo (il Palatiziano) ed uno più grande (il PalaEur) sono pochi ed anche penalizzante il fatto che non ci sia una struttura da sei-sette mila posti. Ad esempio se il PalaTiziano non fosse sufficiente per un evento sportivo, con necessità di ospitare più di tre mila persona, se si andasse al PalaEur con appena sei-sette mila persone l’impianto sembrerebbe semi-vuoto. Questa è sicuramente una delle situazioni che a Roma inficiano anche dal punto di vista strutturale. Dal punto di vista organizzativo fare sport in Italia non è facile per nessuno e quindi ognuno vive con le proprie difficoltà”.
SUI PROSSIMI OBIETTIVI:
“La società si sta strutturando sia in termini societari di board e management ed in più si sta strutturando con giocatori importanti. Se vincessimo il campionato non ci tireremmo indietro, ma se non lo vincessimo non sarebbe un fallimento. Il nostro obiettivo è andare in A2 nel minor tempo possibile consapevoli delle difficoltà che ci sono per arrivare a questo risultato. Se dovessimo vincere il campionato ne saremmo molto felici e non precluderemmo la possibilità di giocare la prossima stagione in A2”.