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Raffaella, Biagio e Lynora. Gli artisti emergenti del contest di Radio Roma

Le voci del contest della terza serata sono state quelle di Raffaella, Biagio e Lynora. Noi di Radio Roma li abbiamo intercettati e abbiamo provato a scoprire di più sulla loro personalità e sulla loro canzone che hanno portato sul palco di Porta di Roma Live.

Dal 4 al 18 luglio 2024 la Capitale ha vissuto tre giovedì di musica dal vivo e animazione in occasione dell’edizione 2024 di Porta di Roma Live, la kermesse promossa dalla galleria commerciale “Porta di Roma” in collaborazione con Alla Vigna Group e le emittenti del nostro gruppo editoriale.

Nella serata del 4 luglio Cristiano Malgioglio ha fatto ballare il pubblico sulle note dei suoi grandi successi; l’11 luglio con Cristina D’Avena si sono rivissuti momenti dell’infanzia dei tanti presenti; il 18 luglio Elettra Lamborghini ha chiuso gli appuntamenti facendo scatenare il pubblico di tutte le età. Ad aprire i concerti dei big, il il pre-show di Radio Roma, condotto da Ivanale e con dj set a cura di Luqas Dj, durante il quale si sono esibiti gli artisti emergenti che avevano aderito al contest promosso dalla nostra emittente – novità rispetto alla scorsa edizione – permettendo così ai giovani talenti di realizzare il sogno  di esibirsi aprendo i concerti dei grandi artisti in programma.

Le voci della terza serata sono state quelle di Raffaella, Biagio e Lynora. Noi di Radio Roma li abbiamo intercettati e abbiamo provato a scoprire di più sulla loro personalità e sulla loro canzone che hanno portato sul palco di Porta di Roma Live.

Raffaella, ’13’

Suona il piano da quando ha 5 anni, a 15 anni ha iniziato a cantare e dai 22 fino ai 34 ha avuto un gruppo vocale di sole donne che si chiama “Il peccato di Eva”. Stiamo parlando di Raffaella Roccasecca, in arte Raffaella, che con la sua “13” ha partecipato al contest organizzato da Radio Roma in occasione di Porta di Roma Live.

La sua indole rock è difficile da nascondere, anche se c’è una parte di Raffaella che si sente dark: i suoi idoli sono Freddy Mercury – di cui ha anche un tatuaggio – Elvis, i Beatles, gli Aerosmith, i My Chemical Romance. “Quando suono in giro con la band fissa dei miei fedeli compagni di avventure da 10 anni (un batterista, chitarrista, un tastierista e un bassista) e facciamo le cover, vado sempre su quel genere, quindi Elvis, i Beatles, i Jet, gli Aerosmith.”

La canzone con cui ha partecipato al contest contiene tutta la voglia di sfatare una delle credenze più conosciute in Italia e, forse, nel mondo, ossia che il 13 porta sfortuna per chi ci crede. “La canzone nasce dal fatto che il 13 in realtà è il mio numero fortunato e da sempre mi ha accompagnato in tutte le cose più importanti. Mia nonna era nata il 13, lei cantava ed è sempre stata una figura fondamentale per me. Ogni volta che io ho qualcosa da fare, alzo lo sguardo e appare da qualche parte. E quindi ho voluto far ricadere tutta la positività che ognuno di noi può avere nel vedere la vita, nell’aggrapparsi a qualcosa di bello che ti riporta sempre su, rispetto ai deliri e alle cose più pesanti della vita.” Spesso il 13 viene associato, come anche il 17, a numeri che portano ‘sfiga’ e con questa canzone l’autrice ha voluto sottolineare come in realtà non dovrebbe essere una credenza a cui fare troppo affidamento.

“Per me il 13 è quello in cui ritrovo tutta la fiducia nella positività e nelle cose belle della vita e che è fondamentale avere perché altrimenti sei fregato. Questo è il mio 13.”

Biagio, ‘Un angelo all’inferno’

Biagio è il nome d’arte di Lorenzo Biagiotti, ma in molti, oltre ad aver riscontrato una certa somiglianza tra il cognome dell’artista e il nome d’arte, si ricorderanno il personaggio di ‘Lilli e il vagabondo’ che nella versione italiana si chiama Biagio. Nella vita, Lorenzo Biagiotti si è sempre visto e ritrovato in quel personaggio, a tal punto da averlo tatuato sulla pelle.

Biagio ha iniziato a scrivere, cantare e studiare pianoforte quattro anni fa, “un po’ più tardi rispetto agli altri, forse”, aggiunge, ma questo “mi ha aiutato tantissimo – racconta – a far uscire un po’ quel mondo che avevo dentro e soprattutto a saltare quel muro di timidezza che ho e che continuo ad avere tutt’ora.” La serata del 18 luglio, serata in cui si è esibito a Porta di Roma Live con la sua “Un angelo all’inferno” prima di Elettra Lamborghini, ha rappresentato una grande prova per lui come artista e come persona, per rompere quel muro che lo sovrasta.

La canzone con cui si è presentato al contest è ‘Un angelo all’inferno’. Parla di come “l’anima angelica – spiega l’artista – vada a scontrarsi con quella che è la realtà, quindi l’inferno che si crea dentro la testa di ognuno di noi.” Questo è il significato “letterale”, ma poi Biagio specifica come sia bello che ognuno possa dargli il proprio significato senza influenze esterne, facendo diventare proprie le canzoni e le emozioni che suscitano.

Il suo mentore è uno dei più grandi artisti che attualmente abbiamo nel panorama musicale italiano: il cantautore e musicista Claudio Baglioni. “Sono cresciuto a merendine e Baglioni, con gli amori nostalgici mai sbocciati.”

Lynora, ‘Dal tramonto all’alba’

Lynora è il nome d’arte di Eleonora Salesi, interprete che si è esibita di fronte al pubblico di Porta di Roma Live grazie al contest, indetto dalla nostra emittente per l’occasione, con la canzone ‘Dal tramonto all’alba‘. Una canzone molto profonda, molto vera, che parla di amore ed è scritta con lo stesso amore raccontato: l’autore, infatti, è suo marito. “È un brano autobiografico che racconta l’inizio della mia storia d’amore. Io e il mio autore (nonché mio marito), abbiamo scelto di raccontare le nostre prime sensazioni: le farfalle nello stomaco, il desiderio di avvicinarci, di baciarci. Ci siamo conosciuti grazie alla musica e ci siamo innamorati.”

La potenza del brano è sia nella storia raccontata sia nel incontro perfetto tra musica latina, musica indie e trap. Esplorare vari generi è, infatti, il tratto distintivo dell’artista. “Sono una cantante e interprete che ama esplorare vari generi musicali – racconta Lynora -. La mia formazione spazia dal canto moderno al canto lirico e al musical, il che mi permette di avere un approccio molto versatile alla musica.” Ascolta in particolar modo musica pop, genere che sente più vicino rispetto ad altri, ma ama addentrarsi in generi come R&B al Jazz. “Ascolto artisti come Serena Brancale, Michael Jackson, Angelina Mango. Sono grandi fonti di ispirazione per me.”

La sua giovane età non è sinonimo, come spesso si pensa, di inesperienza. Lei ha iniziato da piccolissima e la sua strada è stata, e sarà piena di sfide e di duro lavoro. È grazie a suo nonno Benedetto che Lynora ha cominciato a sentire dentro di sé la passione per la musica e in particolare, la voglia i stare sul palco. “Nonno Benedetto aveva la sua Taverna ad Anzio, ‘Il Gatto Rosso’. La sera tardi, chiudeva le serrande e si metteva a cantare e a suonare con i suoi amici. Quando c’ero pure io, ballavo e cantavo insieme a lui ‘La Gatta’ Di Gino Paoli.” Poi l’incontro più diretto con gli studi musicali. “Ho iniziato a studiare canto moderno a 11 anni con Federica Bracchetti e canto lirico a 14 anni presso il Chris Cappell College” racconta Lynora, che tra le tante esperienze che ha avuto, c’è quella di aver studiato le discipline del Musical presso l’Accademia dei giovani del teatro Sistina di Roma sotto la direzione di Massimo Romeo Piparo, esperienza chi le ha dato l’opportunità di comparire in: ‘The Bodyguard’ con Ettore Bassi e ‘È cosa buona e giusta’ con Michele La Ginestra. Nel 2022 ha iniziato una collaborazione con l’autore e produttore Marco Canigiula i Cantieri Sonori e alla fine dello stesso anno, ha pubblicato il suo primo singolo per Cantieri Sonori, distribuito da Artist First, nonché brano che ha portato in occasione del contest di Radio Roma.

Una curiosità e riguarda il suo nome d‘arte. “È nato grazie alla mia adorabile amica indiana Daljit, che lavora nel casale dei miei genitori. Fin da quando ero bambina, lei commetteva un errore nel pronunciare il mio nome, invece di Eleonora, diceva Lynora. É proprio grazie a questo divertente equivoco che è nato il mio prezioso nome d’arte.”

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