La Cassazione ha respinto il ricorso dell’Antico Caffè Greco, confermando il diritto dell’Ospedale Israelitico a rientrare in possesso dei locali storici di via dei Condotti, Roma. La sentenza, che rigetta la precedente decisione della Corte di Appello di Roma, stabilisce l’importanza del vincolo culturale che preserva l’integrità dell’attività e degli arredi del Caffè. La decisione implica che l’attuale gestione non può essere prolungata indefinitamente, garantendo però che la destinazione culturale del locale non venga alterata.**

La sentenza della Cassazione e sullo sfratto dell’Antico Caffè Greco

La recente sentenza della Terza Sezione Civile della Cassazione ha messo un punto definitivo sulla lunga controversia riguardante l’Antico Caffè Greco.

Gli alti magistrati hanno rigettato il ricorso presentato dall’azienda che gestisce il caffè, confermando la decisione della Corte di Appello di Roma, la quale aveva riconosciuto il diritto dell’Ospedale Israelitico a riprendere possesso dei locali di via dei Condotti. Questi locali sono soggetti a un vincolo culturale che impone la conservazione della loro destinazione e degli arredi storici presenti al loro interno.

La Cassazione ha chiarito che il vincolo culturale implica che il locatore non può destinare i locali ad attività diverse da quella storica del Caffè Greco. Ciò significa che non è possibile trasformare i locali in una paninoteca, discoteca o altre attività commerciali diverse. Questo vincolo garantisce che la storia e la tradizione del caffè, un punto di riferimento culturale di Roma con oltre due secoli di storia, rimangano intatti.

Implicazioni della sentenza

La decisione della Cassazione ribadisce che il vincolo culturale non si traduce in un obbligo per il locatore di continuare la locazione con l’attuale conduttore. Infatti, la locazione è per sua natura un contratto temporaneo e non può essere prolungata indefinitamente.

Accogliere la tesi della società che gestisce il caffè avrebbe significato, secondo i giudici, una sorta di espropriazione del diritto di proprietà del locatore senza una deliberazione della Pubblica Amministrazione e senza un adeguato indennizzo, situazione che sarebbe risultata incompatibile con il quadro costituzionale italiano.

Il Procuratore Generale ha sottolineato che il vincolo culturale preclude ogni uso incompatibile con la conservazione del bene e impone la continuità dell’uso attuale, senza però obbligare il locatore a mantenere la stessa gestione in eterno. La sentenza, quindi, garantisce che la destinazione culturale del locale rimanga invariata, pur permettendo al locatore di riprendere il possesso dei suoi beni.

Futuro dell’Antico Caffè Greco

Con la decisione della Cassazione, l’Ospedale Israelitico può finalmente rientrare in possesso dell’Antico Caffè Greco, un passo atteso da tempo.

L’avvocato Ugo Limentani, che ha rappresentato l’ospedale insieme ai colleghi Enzo Ottolenghi e Alberto Gambino, ha espresso soddisfazione per la sentenza, auspicando che il locale venga presto riconsegnato.

Il legale ha sottolineato l’importanza di mantenere la storica attività del caffè, che rappresenta non solo un patrimonio culturale ma anche una fonte di adeguati rendimenti economici. Cambiare la destinazione del locale sarebbe un delitto, vista la sua rilevanza storica e culturale.

La sentenza garantisce che gli arredi e i cimeli storici rimangano intatti, assicurando così la continuità della tradizione dell’Antico Caffè Greco.