La Regione Lazio ha lanciato il Piano Caldo 2024 per prevenire i problemi di salute legati all’aumento delle temperature e ai tassi di umidità, con un focus particolare sulla popolazione più vulnerabile, composta in particolare dagli over 65. Questo piano sarà attivo dall’8 luglio al 20 settembre e coinvolge medici di base, ASL, Protezione Civile e l’assessorato ai servizi sociali di Roma Capitale per monitorare la salute degli anziani attraverso visite mediche periodiche, soprattutto nei giorni di rischio elevato indicati dal dipartimento di epidemiologia del sistema sanitario del Lazio.
Piano Caldo, task force contro i rischi
Il Piano Caldo 2024 mira a proteggere gli anziani dai rischi associati alle alte temperature estive. Nei giorni di alto rischio, il dipartimento di epidemiologia assegna livelli di rischio basati sulle temperature previste. Questi livelli variano da 0 a 3, con il livello 3 che indica un’ondata di calore pericolosa per i più vulnerabili.
I livelli di allerta per il Piano Caldo sono suddivisi in quattro categorie:
– Livello 0 o Verde: Condizioni meteorologiche che non rappresentano un rischio per la popolazione vulnerabile.
– Livello 1 o Giallo: Stato di pre-allerta per i servizi sanitari.
– Livello 2 o Arancione: Scatta il sistema di prevenzione, poiché le temperature elevate rappresentano un rischio.
– Livello 3 o Rosso: Ondata di calore con temperature molto elevate e condizioni meteorologiche pericolose per i più vulnerabili.
Piano caldo, il protocollo di assistenza
Per garantire un’assistenza rapida ed efficace, ogni azienda sanitaria locale (ASL) deve nominare un responsabile del piano di prevenzione. Questo responsabile coordina le attività di sorveglianza attiva, monitorando i dati relativi ai medici di base e ai pazienti.
I medici devono valutare l’inclusione dei pazienti over 65 nella sorveglianza attiva in base a criteri clinici e sociali, come l’autosufficienza, la presenza di patologie specifiche, le condizioni sociali (isolamento, solitudine, svantaggio socio-economico) e le terapie farmacologiche in corso.
Visite a domicilio dei medici di base
I medici di base identificano i pazienti più a rischio e li inseriscono nel sistema di sorveglianza attiva, comunicandolo all’ASL competente. Quando il dipartimento di epidemiologia segnala livelli di allerta da 1 a 3, i medici devono avviare le visite domiciliari nei primi giorni.
La delibera regionale sottolinea l’importanza di includere anche il livello 1 per consentire una programmazione tempestiva degli accessi domiciliari, considerando il periodo di latenza tra l’esposizione al caldo e gli effetti sulla salute, che varia da uno a tre giorni.
Se le condizioni climatiche a rischio persistono, le visite domiciliari devono essere ripetute per garantire la sicurezza e la salute degli anziani.