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A Palazzo Farnese aprono al pubblico i mosaici dell’antica Roma

I sotterranei di Palazzo Farnese, che custodiscono due straordinari pavimenti a mosaico dell’Antica Roma, saranno aperti al pubblico per la prima volta ogni mercoledì su prenotazione. L’iniziativa è stata voluta dall’Ambasciata di Francia in Italia e da Mirabilia Art Wonders, responsabile delle visite guidate a Palazzo Farnese.

Palazzo Farnese, i mosaici ora aperti al pubblico

Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia e dell’École française de Rome da quasi 150 anni, è un gioiello rinascimentale sottoposto a una significativa campagna di restauro iniziata nel 2021 per riportare i materiali originali al loro antico splendore. Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia, ha annunciato che i lavori saranno completati nel 2025, in tempo per celebrare il 150° anniversario dell’insediamento dell’Ambasciata e dell’École française de Rome.

Nel 2024 è stato completato un importante intervento sui mosaici, che ha permesso di aprire al pubblico questo spazio. Gli interventi hanno incluso la messa in sicurezza e l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione per valorizzare la bellezza dei mosaici. I visitatori potranno ammirare due grandi pavimenti a mosaico in bianco e nero, risalenti al periodo compreso tra la fine del I secolo d.C. e la dinastia dei Severi (193-235 d.C.), testimonianze significative dell’arte musiva romana.

Il “Mosaico Marino”, che misura circa 9 x 4 metri, raffigura onde stilizzate da linee nere orizzontali, tra cui si muovono creature acquatiche reali (molluschi, pesci siluro, torpedini, lamprede, seppie, delfini) e immaginarie (draghi, mostri con teste di grifone, nereidi, cavalli marini). Sotto questo pavimento è stata scoperta una pavimentazione su palafitte, nota come suspensurae, che rende difficile determinare la funzione originaria dell’edificio, anche se si ipotizza che potesse essere un complesso termale.

Il “Mosaico degli Acrobati”, stilisticamente datato al regno di Domiziano (81-96 d.C.), misura 7 x 5 metri e raffigura quattro acrobati nudi in posizioni alternate in piedi e seduti sui loro cavalli, tutti convergenti verso il centro della stanza. Questo tema è eccezionale per l’arte romana, poiché le pose degli acrobati non corrispondono alla consueta iconografia dei desultores, normalmente raffigurati mentre saltano da un cavallo all’altro. La nudità e il tipo di esercizi degli acrobati ricordano antiche rappresentazioni greche o etrusche, reinterpretate per la realizzazione di questo mosaico.

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