Monopattini e bike sharing, a Roma scatta la sospensione del servizio: due operatori non starebbero rispettando le regole. Sono passati 4 mesi da quando sono iniziati i controlli e monitoraggi alle aziende di gestione del servizio di micro mobilità che, ora, pare saranno costretti a pagare ingenti penali per non aver rispettato le indicazioni relative alla distribuzione dei mezzi sul territorio romano. Sarebbe a dire?
L’assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, aveva chiarito da tempo che i controlli sarebbero stati sempre vigorosi e seri. E dopo 4 mesi sono dunque scattate le sanzioni per alcuni operatori che non avrebbero rispettato i parametri cruciali per la micro mobilità in modalità sharing a Roma.
Sharing a Roma, stop ai mezzi condivisi: cosa succede
Due aziende, per un periodo di tempo, non potranno fornire dunque i loro mezzi agli utenti: si tratterebbe di due su tre degli operatori che avevano ottenuto la vittoria al bando dello scorso anno. A stabilirlo è l’ufficio mobilità sharing di Roma, del dipartimento mobilità sostenibile e trasporti. E per una ragione chiarissima: i mezzi sono distribuiti in maniera non conforme alle linee guida.
Almeno questo è quello che si evince quando si parla di “mancato rispetto delle soglie di densità areale”. Stando alle regole stabilite dal bando, ad esempio, nel centro storico di Roma devono esserci al massimo 300 dispositivi per ogni operatore, e il numero sale a 600 all’interno dell’inero territorio del I municipio. È obbligatorio considerare anche un dato numero di mezzi in periferia. Succederebbe, tuttavia, che il centro è il luogo in cui l’uso della micromobilità è più forte. Così, la distribuzione stabilita nel bando non sarebbe rispettata.
E tramite ai geolocalizzatori presenti su ogni veicolo, Roma servizi per la mobilità avrebbe verificato in tempo reale la non congrua presenza sul territorio di bici e monopattini e secondo le regole previste.