Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 21 maggio 2024.
Se l’Italia è il paese dell’emergenza perenne, Roma può esserne degna capitale. A livello nazionale siamo abituati da decenni a inseguire affannosamente i problemi e a stupirci ancora quando se ne ripropongono le conseguenze più gravi, ma questo vale anche per la città eterna le cui cronache galleggiano da tempo su una serie di inefficienze che sembrano insormontabili. Dal trasporto pubblico inadeguato al caos dei rifiuti, dal degrado delle periferie all’emergenza abitativa.
Basta sfogliare gli annali degli ultimi lustri per accorgerci che i temi del dibattito politico si ripropongono periodicamente senza mai arrivare ad una soluzione concreta. Il problema dell’emergenza case è emblematico: la fame abitativa di Roma è critica almeno dagli anni ’80, ovvero da quando sono progressivamente scomparsi i cantieri di edilizia popolare e, non da ultimo, gli enti pubblici proprietari dell’immenso patrimonio immobiliare dell’Urbe hanno progressivamente ridotto le ristrutturazioni e la capacità di gestire la domanda e l’offerta di immobili.
Emergenza sfratti, 15.000 famiglie in attesa
Le ultime stime parlano di almeno 15.000 famiglie in lista d’attesa, numero destinato a crescere ogni anno parallelamente all’emergenza sfratti, fino a quando, però, c’è chi trova il coraggio di denunciare le inefficienze andando oltre i confini del paese e allora si scopre che non tutto è inevitabile.
Ne sanno qualcosa due famiglie di Roma che lo scorse febbraio hanno presentato ricorso contro lo sfratto e l’Onu ha dato loro ragione. Ogni qualvolta qualcuno viene sfrattato e non gli viene garantito un alloggio dignitoso, l’Italia viola il Patto sui diritti economici, sociali e culturali ratificato nel 1977 che prevede l’obbligo di garantire un livello di vita adeguato, alloggio compreso, ai cittadini: ora lo stato dovrà risarcire le due famiglie romane.