In Italia sempre più persone avvertono sofferenze psicologiche sul posto di lavoro. Cresce il numero di chi si sente a rischio bornout. Roma è la seconda città per numero di richieste di aiuto, subito dopo Milano. Il Lazio in questa classifica arriva dopo la Lombardia.
Nel primo trimestre del 2024, l’Inail ha registrato oltre 22.000 denunce di malattie professionali associate a disturbi psichici e comportamentali, segnando un aumento del 17,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il disagio psicologico collegato al lavoro si manifesta in varie forme, dai problemi nel bilanciare vita privata e lavorativa alla frustrazione per la mancanza di avanzamento professionale.
Lavoro, sempre più problemi psicologici
Questo disagio colpisce una vasta gamma di lavoratori italiani, che possono sviluppare stress, frustrazione, sindrome di burnout e altri disturbi psicologici. I dati in questo senso sono stati raccolti dal servizio di psicologia online Unobravo, che conferma questa tendenza.
Nel primo quadrimestre del 2024, il numero di persone che hanno segnalato disagio legato al lavoro è aumentato del 109,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, il 28,3% delle persone che si sono rivolte a Unobravo per supporto ha dichiarato di avere difficoltà in ambito professionale. Di questi, il 57,3% ha indicato che la sofferenza è direttamente generata dal lavoro, mentre il 10% ha attribuito al lavoro le principali complicazioni quotidiane.
I problemi legati al benessere lavorativo sono avvertiti soprattutto in Lombardia (27%) e Lazio (10,6%), ovvero le due regioni più popolose d’Italia, nonché poli lavorativi per eccellenza per la presenza di Milano e Roma. I dati raccolti da Unobravo mostrano come a livello provinciale la percentuale più elevata di coloro che dichiarano di avere problemi di natura psicologica legati alla sfera lavorativa si registri a Milano (13,2%).
Al secondo posto si posiziona la Città Metropolitana di Roma (8,2%), mentre al terzo si trova Torino (4,9%). Seguono Bologna (3,4%), Napoli (2,9%), Monza e Brianza (2,4%), Varese (2,1%), Bergamo (2%), Padova e Brescia (entrambe 1,9%).
Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo, ha spiegato: “Se non trattato, il malessere psicologico legato al lavoro può portare a sintomi fisici e a condizioni gravi che impattano e interferiscono negativamente sulla vita delle persone, come la sindrome di burnout. La sindrome si sviluppa in quattro fasi: entusiasmo e aspettative irrealistiche, stagnazione, frustrazione e apatia. Riconoscerle quanto prima è fondamentale per richiedere, per tempo e prima che la sindrome abbia un grave impatto sulla propria vita, l’intervento e il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta, figure che possono aiutare a ristabilire un equilibrio tra la vita privata e quella professionale”, conclude.