Nel Regno Unito non gli avrebbero dato nessuna chance. Invece il bambino di appena un mese affetto da una grave cardiopatia congenita, con cittadinanza italiana, che da qualche giorno è arrivato a Roma, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, grazie a un volo speciale dell’Aeronautica militare e all’intermediazione della presidenza del Consiglio.
Lo ha raccontato il papà del piccolo paziente, originario di Treviso ma da anni residente per lavoro in Inghilterra, dove ha conosciuto la moglie di origini nigeriane, al suo avvocato Simone Pillon che ha curato da un punto di vista legale il trasferimento del bimbo dall’Inghilterra all’Italia a bordo di un velivolo C-130, sempre all’interno di un’incubatrice e costantemente monitorato dal personale sanitario: “Era stata fatta una diagnosi prenatale e per questo i medici inglesi avevano consigliato ai miei assistiti di interrompere la gravidanza — racconta l’avvocato — ma la coppia è molto cattolica e si è rifiutata di prendere in considerazione l’ipotesi. Sapevano che il bambino avrebbe avuto dei problemi alla nascita ma erano convinti che sarebbe stato comunque curato”.