I cantieri che si susseguono a Roma settimana dopo settimana sono necessari perché “Roma cadeva a pezzi”. A dirlo è il sindaco Roberto Gualtieri, intervenuto a ‘L’aria che tira’ su La7, commentando i lavori che puntano a trasformare la Capitale già entro il Giubileo del 2025.
”Sono partite le opere per la trasformazione della città e io devo andare a verificare i lavori. Ho trovato giusto e trasparente raccontare ai cittadini, spiegare e fare vedere quello che stiamo facendo”, ha detto Gualtieri, commentando il suo impegno sui social nel raccontare l’avanzamento dei cantieri.
Gualtieri: “I romani sanno valutare se vale la pena”
Ha dichiarato ancora il sindaco Gualtieri: “Le persone sono intelligenti e in grado di valutare se ne vale la pena. Penso che la maggioranza dei romani sia consapevole che vale la pena fare questi cantieri perché Roma era ridotta malissimo, cascava a pezzi e va rimessa in sesto”.
Sulla chiusura della metro A alle 21 Gualtieri ha commentato: “È chiaro che è una vera seccatura che la metro chiude alle 9 però bisogna farlo, se faccio vedere le traversine come erano messe i cittadini capiscono che andava fatto. Stavano lì dal ’79 e scadevano dopo 30 anni. Roma aveva i binari scaduti come lo yogurt. Oria stiamo facendo l’ultimo tratto di sostituzione dei binari. Questa estate soffriamo ancora un po’, ci sono alcune stazioni della metro che chiuderanno perché cadevano a pezzi e le stiamo rifacendo. Ancora è una fase faticosa per i trasporti perché il processo di manutenzione è in pieno svolgimento, con Giubileo saremo in una fase migliore”, ”arriveranno i nuovi treni, aumenteranno le frequenze”.
Infine, sugli scontri tra polizia e manifestanti alla Sapienza: ‘Le Università sono un luogo per definizione, come ha ricordato Mattarella, del pensiero critico, del confronto anche acceso tra posizioni ed è giusto e doveroso che sia così. Ma c’è differenza tra questo e la violenza. Bisogna fare attenzione, lo dico ai ragazzi, perché c’è sempre chi cerca l’occasione per avere scontri e violenza. Chi fa un movimento, lo so perché feci un movimento anche io, deve guardarsi da chi viene lì e vuole fare altro”.