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L’Aquila è la Capitale della cultura 2026: tandem con Rieti per eventi e promozione – Extra – Luned’ 8 aprile 2024

L’Aquila è stata designata Capitale italiana della Cultura per l’anno 2026 e si appresta a vivere con Rieti, che ne ha da subito sostenuto la candidatura, un’esperienza prestigiosa e al contempo preziosa per la valorizzazione turistica e cultura dell’intero appennino centrale.

Per il capoluogo dell’Abruzzo un riconoscimento importante dopo una lunga sfida con le altre città finaliste: Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). Alla fine ha vinto L’Aquila con un’assegnazione che dal punto di vista territoriale ha voluto celebrare un vero e proprio gemellaggio con la città di Rieti.

Ma questo tandem non è affatto un’alleanza finalizzata soltanto a ottere la vittoria: le due città, infatti, presentano molte similitudini per geografia, storia, arte ed economia. Per esempio, entrambe sono circondate da un paesaggio montuoso e collinare, caratterizzato da vette, valli e pascoli: l’Aquila e Rieti vantano centri storici medievali ben conservati, che attraggono turisti e sono ricchi di tradizione religiosa.

Entrambe le città stanno attraversando un periodo di ricostruzione e rinascita dopo il terremoto: la provincia reatina è stata particolarmente colpita dal terremoto di Amatrice-Accumoli del 2016 mentre il capoluogo abruzzese ha appena celebrato il quindicesimo anniversario del sisma catastrofico del 2009.

Il tessuto economico di entrambe le aree è strettamente legato alla loro storia, cultura e risorse naturali: il progetto si propone di potenziare la capacità di sviluppare visioni e strategie culturali territoriali su un’ampia area sovra-regionale, con un approccio integrato che coinvolge politiche, soggetti, livelli istituzionali e strumenti di programmazione.

Il titolo di Capitale italiana della Cultura può fungere da catalizzatore per supportare e promuovere L’Aquila, Rieti e i loro territori, offrendo riconoscimento a livello nazionale e internazionale. Il capoluogo abruzzese e il suo territorio rappresentano un’entità unica grazie ai legami stretti e reciproci che caratterizzano la città non solo rispetto ai comuni colpiti dal terremoto del 2009, ma anche come rappresentante di un’area interna e montana.

Il titolo di Capitale italiana della Cultura conferisce visibilità e impulso a un processo già in corso, riconoscendo un sistema socio-territoriale con un alto potenziale di sviluppo e innovazione, replicabile in altre realtà territoriali del Paese: sarà quindi un’opportunità per promuovere e portare all’attenzione nazionale e internazionale un modello originale di organizzazione delle attività culturali e delle relazioni sociali, contribuendo alla programmazione socioeconomica territoriale basata sulla cultura nelle aree interne del Paese.

Ma quanto “rendono” questi riconoscimenti ai territori che ne vengono insigniti? Qualche stima c’è ed è beneagurante. Se consideriamo le più recenti Capitali della Cultura, cioè Bergamo e Brescia nel 2023, emerge che i pernottamenti turistici hanno registrato un aumento del 50% rispetto all’anno precedente, come riportato dal Sole 24 Ore. Per quanto riguarda Procida, Capitale della Cultura nel 2022, i dati relativi alla proclamazione indicano un incremento del 45% nel fatturato delle aziende della ricezione turistica rispetto all’anno precedente, come affermato dal direttore Agostino Sitano. Il fatturato medio delle imprese prociodane è passato da 277 mila euro nel 2019 a 386 mila euro nel 2021, con un aumento del 39,4%.

A Parma nel 2021, secondo uno studio condotto da Deloitte e Promo Pa, si è registrata una crescita del 58,2% nelle presenze nei servizi ricettivi e del 48,4% nei pernottamenti rispetto all’anno precedente. Le città del 2015, come Perugia, facevano parte del gruppo delle prime Capitali della Cultura italiane, individuate tra le candidate al concorso capitale europea della cultura 2019, vinto da Matera e suddiviso tra Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. Nel caso di Cagliari uno studio universitario evidenzia un aumento del 202% nel fatturato delle aziende nel settore dello spettacolo dal 2015 al 2019.

In tempi più recenti, la Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali ha condotto una ricerca intitolata “Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti”, che ha valutato gli effetti a lungo termine delle iniziative legate al titolo di Capitale della Cultura. Nel dossier si spiega che “l’attuazione di questa politica ha successo quando gli effetti positivi corrispondono alle scelte strategiche dei decisori politici”.

Ma quali aspettative nutre Rieti per questo prestigioso riconoscimento? E quali progetti sono in cantiere per celebrare il primato insieme a L’Aquila? Ne parliamo in anteprima in questa puntata di Extra: ospite di Claudio Micalizio, il sindaco Daniele Sinibaldi racconta l’entusiasmo di tutto il territorio per un riconoscimento tanto agognato e anticipa alcune iniziative allo studio per i prossimi mesi.

 

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