Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 21 marzo 2024.
Quasi il 74 per cento di affluenza e per Vladimir Putin, eletto presidente per il quinto mandato, un vero e proprio plebiscito con l’87 per cento dei voti. Percentuali bulgare, si sarebbe detto una volta con una espressione che nel linguaggio giornalistico italiano serve a indicare una maggioranza schiacciante di consensi. Il riferimento è a quando la Bulgaria era il più fedele alleato dell’Unione Sovietica e non ospitava nel dibattito interno voci contrarie.
Elezioni in Russia, le presunte irregolarità
E in effetti anche questa volta dietro al voto in Russia si sono rincorse le voci di presunte irregolarità e di un pressing molto forte per indurre gli elettori a votare e a votare per il presidente uscente. Ipotesi che per la verità circolavano già da mesi, nel corso di una campagna elettorale segnata dalla morte di Alexey Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin, e che puntualmente si affacciano quando al voto vanno alcuni paesi.
È il caso della Russia, ma anche della Cina, degli Stati Uniti, ma soprattutto quando è candidato Trump, o come è successo in passato in alcuni paesi usciti da sanguinose dittature come l’Iraq o l’Afghanistan. Se si vota in altri stati, invece, il sospetto non c’è neppure e questo è evidentemente sufficiente a non avanzare ombre sui verdetti delle urne.
E così mentre Stati Uniti e Ue hanno già detto di non credere alle proporzioni del successo di Putin, anche il dibattito politico si è spaccato sul risultato elettorale in un Paese dove, fino a qualche decennio fa, l’affluenza era al 90% e dove ora è in caduta libera.
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