Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 20 marzo 2024.
Tempi di incubazione lunghissimi per malattie spesso letali che possono insorgere anche a distanza di decenni; ex lavoratori – o talvolta i loro familiari – costretti a subire lunghe cause di risarcimento per i danni provocati dall’esposizione prolungata ad un materiale fortemente cancerogeno come l’amianto; e, infine, una campagna nazionale di monitoraggio che avrebbe dovuto censire tutti gli edifici contenenti tracce del temibile minerale killer per poi rimuoverle con urgenza, ma che, in realtà, non è mai partita.
Amianto, un capitolo ancora aperto
A oltre 30 anni dalla messa al bando dell’amianto, l’Italia non è ancora riuscita a chiudere uno dei più dolorosi capitoli della sua storia industriale legata ad una sostanza utilizzata per decenni come isolante termico a basso costo, ma poi rivelatasi pericolosa. Una vera e propria bomba sociale ancora oggi disseminata ovunque: nelle case e negli edifici pubblici, nelle fabbriche e nei depositi ferroviari, sui treni e nelle scuole, finché si è scoperto che questo materiale è molto pericoloso per la salute pubblica e andrebbe rimosso celermente per evitare che, con il degrado, possa sbriciolarsi e disperdersi nell’aria.
Ma, come detto, quando si parla di amianto nulla è veloce: non lo sono i tempi di incubazione delle malattie correlate, le cause giudiziarie o le bonifiche ambientali, mentre lo Stato vorrebbe che lo fossero i tempi amministrativi per concedere ad una famiglia di chiedere i risarcimenti previsti dalla recente legge ma secondo un bando che appare troppo complesso da gestire.
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