Scuola tra affettività e violenza, educazione gender e appiattimento delle personalità.
Tra gli ospiti Jean Toschi Marazzani Visconti, giornalista e scrittrice è l’organizzatrice del convegno “Scuola: affettività e violenza”, che si è tenuto il 9 marzo a Milano.
Gli altri ospiti della puntata sono Alberto Contri, docente di comunicazione sociale e Erminia Maria Ferrari medico e presidente CLN Resistenza.
Alberto Contri ha scritto “La sindrome del criceto”, Nexus Edizioni, che tocca anche questi temi:
Il nostro Paese è fermo a causa della diffusissima sindrome del criceto, di cui soffre molta parte della classe dirigente. Intenta a perseguire obiettivi a breve termine o guadagni immediati, essa finisce per correre soprattutto per sé stessa, come fa il criceto nella sua ruota, condannando il Paese a non avanzare mai.
Come se non bastasse, la mitizzazione di un incessante progresso tecnologico sta programmando un pianeta popolato da ominidi sempre più tracciati, manipolabili ed eterodiretti, mentre la sconsiderata diffusione delle teorie gender sta favorendo la trasformazione delle persone in esseri neutri, senza storia né tradizione, unicamente in balia delle proprie fluide voglie. (L’articolo prosegue dopo l’immagine)
Del libro avevamo parlato nel dettaglio qui.
La scuola di ieri e quella di oggi
Molti i temi affrontati, a partire dall’enorme differenza tra la scuola di ieri e quella di oggi. Il rapporto Insegnante alunni è a dir poco ribaltato, una volta c’era un grande rispetto della figura e del ruolo dei professori da parte degli alunni, oggi assistiamo ad aggressionivio e atti di bullismo senza precedenti, azioni che spesso vengono filmate e condivise sui social. A inizio febbraio a Varese uno studente diciasettenne con problemi comportamentali ha colpito un’insegnante di 57 anni con diverse coltellate, fortunatamente l’insegnante è stato operato e si è salvato.
Lo scorso maggio un episodio simile è avvenuto in provincia di Milano, ad Abbiategrasso, dove uno studente 16enne del liceo scientifico Alessandrini ha accoltellato una professoressa di 51 anni davanti ai compagni causandole ferite all’altezza di una scapola, alla testa e a un polso.
A giugno dello scorso anno a Rovigo gli alunni hanno sparato alla prof. con una pistola ad aria compressa, la prof. aveva rischiato di perdere un occhio, ma nessun provvedimento era stato preso nei confronti dei colpevoli, tutti promossi con la media dell’8 e 9 in condotta. Poi dopo l’intervento del ministro Valditara è stato indetto un secondo scrutinio, che ha comportato una riduzione nel voto in condotta.
Anche da questo episodio si comprende come la scuola non sia più in grado di educare e istruire i suoi alunni.
Ma la responsabilità è anche dei genitori che spesso, invece che riprendere i figli se la prendono con gli insegnanti fino a malmenarli. L’ultimo episodio a Reggio Calabria dove uno studente di prima media, 12 anni, litiga con un coetaneo durante l’ora di educazione fisica. Il professore convoca il padre per discuterne. Ma una volta a scuola, l’uomo – 34enne già noto alle forze dell’ordine – prima lo minaccia, poi gli si scaglia contro, sbattendolo contro un muro e mettendogli le mani al collo. Tutto davanti ad altri insegnanti. Per l’aggressore, è scattata la denuncia d’ufficio da parte dei carabinieri. Basta fare una ricerca su Google per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno.
Gender e carriera alias
Come non parlare dell’educazione gender e della carriera Alias? Come soprassedere al fatto che per impartire lezioni di affettività o di educazione sessuale, o per spiegare i motivi del cambio di sesso, vengano chiamati dalle scuole anche dei transessuali o dei transgender?
Il fenomeno è ormai radicato all’estero, negli USA e in UK, per esempio, ma questo non vuol dire che possa prendere sempre più piede anche nl nostro paese.
Gender. Pro Vita Famiglia: su ormoni e carriera alias Governo segua esempio inglese
Roma, 13 marzo 2024
«Dopo lo storico stop del Servizio Sanitario Inglese alla somministrazione di ormoni per bloccare lo sviluppo puberale di minori confusi sulla loro identità sessuale, a causa degli effetti potenzialmente avversi per la salute, ci attendiamo che anche il Governo Italiano agisca urgentemente tamponando le due principali fonti di pericolo per bambini e adolescenti italiani: il far west nei centri per il trattamento della disforia di genere negli ospedali italiani, evidenziato dal caso Careggi, i quali non seguono sempre protocolli scientifici, e la diffusione illegale della “Carriera Alias” nelle scuole, che rafforza negli adolescenti la pericolosa idea di essere “nati nel corpo sbagliato”, spingendoli a desiderare un fantomatico e impossibile “cambio di sesso” tramite una sostanziale castrazione chimica». Lo afferma Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando la decisione con cui il Servizio Sanitario Inglese, dopo un rapporto medico indipendente, ha sospeso la somministrazione di bloccanti della pubertà ai minori confusi sulla loro identità sessuale, sulla scia di una simile iniziativa assunta anche dalla Svezia e da altri Paesi considerati “pionieri” sulle politiche di genere.
Restrizioni pandemiche e social network
Quanto hanno influito sulla salute fisica e mentale dei più giovani le restrizioni pandemiche?
Mascherine, distanziamento sociale, lockdown, isolamento, interruzione dello sport, divieto di incontrarsi con gli amici all’aria aperta?
Quanto il green pass e l’obbligo vaccinale, che ha impedito agli studenti non dosati di prendere un autobus per andare o tornare da scuola?
La stessa scuola che avrebbe dovuto difenderli, trasmettergli i valori fondamentali della costituzione, impedire ogni discriminazione, si è trasformata in sostenitrice di queste follie e controllore.
Si pensi al Tso subito da un alunno che si era incatenato al banco per protestare contro le mascherine che si rifiutava di indossare, una vita rovinata, il ragazzo ha smesso di studiare, è stato anche denunciato per interruzione di pubblico servizio, ma il giudice lo ha assolto.
A questo si aggiunga l’introduzione della didattica a distanza che non ha fatto altro che peggiorare le cose, i danni sono più che evidenti sia per ritardi dell’apprendimento che per problemi psicologici.
Misure inutili e dannose, fatte in nome della scienza anche se la scienza diceva e continua a sostenere che le mascherine così come i lockdown non servono a proteggersi dal virus.
Bambini e ragazzi parcheggiati davanti a cellulari, tablet e video giochi, che fine hanno fatto le socialità e il contatto con la natura?
L’impatto dei social network e della tecnologia sui bambini e ragazzi è evidente: calo attenzione, deficit, incapacità a leggere e/o scrivere correttamente, incapacità di concentrazione … Ma anche aggressività e violenza, analfabetismo non rispetto insegnanti.
L’OMS e la masturbazione infantile fatta passare per educazione sessuale, le stanze di esplorazione del corpo vietate in Germania.
L’inquietante domanda: “Se un bambino, come vorrebbero farci credere, è in grado di decidere di cambiare sesso, non sarà anche in grado di decidere se vuole fare sesso con un adulto?”, siamo sicuri che non ci sia nessun pericolo di sdoganamento della pedofilia?
Verso un orientamento vincolante?
Dal comunicato 15 Vicenza 29 febbraio 2024 di ContiamoCi!
VERSO UN ORIENTAMENTO VINCOLANTE? Il ministro Valditara, in linea con il programma già enunciato dalla TreeLLLe, getta le basi per rendere sempre più vincolante l’orientamento per la scuola superiore, così limitando la libertà di scelta del singolo studente e della sua famiglia.
Il 26 febbraio 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in seno a un nuovo “decreto legge PNRR”, alcune misure proposte dal ministro dell’istruzione e del merito, tra le quali spicca quella relativa, appunto, al “Sistema di orientamento”, con cui – come è scritto nel sito del MIM – «si valorizza il consiglio di orientamento, rilasciato dalle istituzioni scolastiche agli alunni della classe terza della Scuola secondaria di I grado, demandando a un decreto del Ministro l’adozione di un modello unico nazionale di consiglio di orientamento, da integrare nell’E-Portfolio». La dicitura in sé è sfumata e non brilla per trasparenza. Ma un supporto ermeneutico ci è offerto dal programma contenuto nei quaderni della associazione TreeLLLe (Life Long Learning) e in particolare nel quaderno n. 15 del 2019 intitolato “Il coraggio di ripensare la scuola”, nel cui frontespizio, tra gli “eminent advisor”, figura anche l’attuale ministro Valditara. La TreeLLLe – si legge nella presentazione – è «un think tank che…si pone come “ponte” per colmare il distacco che sussiste nel nostro paese tra ricerca, opinione pubblica e pubblici decisori, distacco che penalizza l’aggiornamento e il miglioramento del nostro sistema educativo» perché «c’è bisogno di una scuola diversa per fronteggiare le sfide del XXI secolo. Ed il tempo stringe». Di fatto, l’associazione ha preconizzato (o formulato?) tutte le riforme che hanno investito la scuola da un ventennio a questa parte.
Sul punto la TreeLLLe prescrive che l’ultimo anno di scuola media debba riservare spazi e attenzione significativi all’orientamento, con il concorso anche di specialisti esterni (tipo consulenti del lavoro) e stabilisce che «una volta messa a punto, [l’indicazione] deve risultare vincolante, o almeno difficilmente superabile da un’impuntatura del singolo».