Un urlo nei corridoi dell’università Sapienza di Roma. E’ iniziato così questa mattina il blitz del movimento transfemminista Bruciamo Tutto nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo. Le attiviste hanno anche premuto l’allarme antincendio e interrotto le lezioni entrando in un’aula applaudite dai presenti.
Blitz femminista alla Sapienza: Bruciamo tutto suona allarme e interrompe lezioni
Nuova protesta di Bruciamo che dallo scorso 8 marzo continua a manifestare con varie modalità per ricordare le vittime di violenza di genere e chiedere un reddito di liberazione. Dopo aver interrotto un convegno in Campidoglio, hanno portato la loro battaglia nella metro e quindi sul Lungotevere.
Oggi sono entrate nuovamente in azione entrando nel tempio della cultura sull’onda di una protesta iniziata da giorni, e culminata con “Occupazione non mista transfemminista” del collettivo di via Salaria. “Bruciamo Tutto si unisce a queste voci portando la disobbedienza civile nonviolenta”.
La protesta, nei corridoi della facoltà i nomi delle vittime di femminicidio “19 negli ultimi tre mesi dopo Giulia Cecchettin”
Intorno alle 10.30 di venerdì 15 marzo le attiviste sono entrate nella facoltà di Lettere esponendo cartelli per denunciare le molestie e la violenza di genere. Hanno poi scritto i nomi delle vittime di femminicidio degli ultimi 3 mesi (19 dopo Giulia Cecchettin) e li hanno appesi alle pareti del corridoio. Infine sono entrate nelle aule interrompendo le lezioni e attirando l’attenzione di studenti e insegnanti.
“Suonare l’allarme antincendio per richiamare l’attenzione su un’emergenza”
“Non basta un minuto di silenzio, né il rumore l’8 marzo e il 25 novembre: la lotta contro il sistema patriarcale va avanti ed è sempre più forte” scrive in una nota il movimento Bruciamo tutto.
“Suonare l’allarme antincendio – prosegue – significa richiamare l’attenzione di tutti su un’emergenza in corso: quella delle molestie e degli abusi all’ordine del giorno nelle università, luoghi per eccellenza dove ogni persona dovrebbe sentirsi sicura e libera di esprimersi”.