Il tribunale di Civitavecchia ha rinviato a giudizio due fratelli, il consigliere Roberto Angeletti e Bruna Angeletti, ex poliziotta, per la diffusione illecita del video hot riguardante il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei. Il reato noto come “revenge porn” riguarda un video che ritrae il sindaco in un incontro intimo, all’interno del municipio. La vicenda giudiziaria ha visto nuovi sviluppi, con l’avvocato del sindaco che si costituisce parte civile, annunciando richieste di cospicui risarcimenti danni per le conseguenze familiari e politiche subite dal sindaco.
Il coinvolgimento degli Angeletti nel caso del video hot del sindaco Tidei
Le indagini della Procura di Civitavecchia, concluse lo scorso febbraio, hanno evidenziato il coinvolgimento dei due fratelli nella diffusione del video hot.
Il video è stato ottenuto da Roberto Angeletti durante un’indagine per corruzione, che ha portato al suo rinvio a giudizio insieme ad altri soggetti.
Questo fascicolo includeva anche il filmato in questione, il cui inserimento è stato oggetto di discussione, con alcune ipotesi a suggerire una possibile disattenzione da parte del pubblico ministero.
Il commento di Pietro Tidei
Roberto Angeletti si è difeso dalle accuse, sostenendo che non si configurasse il reato di revenge porn e negando di aver diffuso il video ad altri tramite WhatsApp.
Nel frattempo, il sindaco Tidei ha espresso fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, definendo la diffusione del video una vendetta politica.
“Sono certo che la verità verrà appurata nel corso del processo” ha commentato Tidei, appreso il rinvio a giudizio di Angeletti e della sorella. “Appare evidente che la diffusione di video che dovevano essere stralciati, perché non attinenti alle indagini eseguite, è stata utilizzata come una sorta di squallida vendetta politica nei miei confronti”
Il ricorso del consigliere accolto
Recentemente, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del legale di Angeletti, annullando il decreto di sequestro del suo computer e della pen drive acquisiti durante una perquisizione dei carabinieri. La Corte ha deciso di rinviare il caso al tribunale del riesame di Roma per una nuova valutazione.