L’Antitrust ha sollevato dubbi significativi sull’affidamento diretto del trasporto pubblico di Roma ad Atac, sottolineando lacune nelle valutazioni e suggerendo l’apertura del mercato alla concorrenza. Il futuro del trasporto pubblico a Roma potrebbe vedere cambiamenti significativi in risposta a questo pronunciamento critico da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
La bocciatura dell’Antitrust ad Atac
Il trasporto pubblico a Roma, gestito da Atac, viene criticato pesantemente dall’Autorità. I dati rivelano un servizio insoddisfacente, con l’azienda costantemente sanzionata per milioni di euro e una clientela poco soddisfatta.
Inoltre, sembra che le norme stabilite dal decreto legislativo per il riordino dei servizi pubblici locali non siano state rispettate. L’Agcm ha emesso un giudizio negativo sull’affidamento diretto ad Atac per il trasporto pubblico locale fino al 2027.
L’affidamento in house
Il percorso che ha portato alla decisione di affidare “in house” il servizio di trasporto pubblico locale è iniziato con il parere favorevole della giunta capitolina a agosto 2023. Successivamente, l’assemblea ha dato il via libera definitivo il 19 ottobre, con la durata del contratto prevista dal 2024 al 2027.
Questo approccio è stato adottato per garantire la continuità del servizio, considerando anche le proroghe del vecchio contratto dal 2019. Tuttavia, l’Agcm ha bocciato questa decisione, sottolineando lacune nei parametri di valutazione utilizzati da Roma Capitale.
Le critiche dell’Agcm
Nel suo parere, l’Agcom ha sollevato dubbi sulla validità delle valutazioni presentate da Roma Capitale. L’autorità ha dichiarato che tali valutazioni non sono sufficienti né idonee per soddisfare gli oneri richiesti dal decreto legislativo per il riordino dei servizi pubblici.
Le preoccupazioni dell’Agcm riguardano sia gli aspetti quantitativi e qualitativi dell’offerta, sia le ragioni economico-finanziarie che supportano l’affidamento diretto ad Atac. In particolare, l’Agcom ha smontato l’argomento secondo cui l’affidamento in-house crea sinergie, definendolo “fallace e inidoneo”.
Un altro punto di discussione riguarda gli “incrementi quantitativi e qualitativi” attesi grazie agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Giubileo. L’Agcom non trova convincenti le argomentazioni di Roma Capitale su questo fronte. Sottolinea come Atac abbia pagato penali consistenti negli anni precedenti per il mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali e come i fondi del Pnrr potrebbero essere indirizzati verso operatori diversi.
“Aprire il servizio alla concorrenza”
L’Agcom ha chiaramente indicato che Roma Capitale deve aprire il mercato del trasporto pubblico locale non periferico alla concorrenza, suggerendo una possibile divisione in lotti.
L’Autorità ha annunciato l’intenzione di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per sospendere gli atti relativi all’affidamento. Questo potrebbe rappresentare un momento cruciale per il futuro del trasporto pubblico a Roma, con possibili conseguenze significative per Atac.