Il Campidoglio è determinato a resistere all’imposizione di Luca De Fusco, recentemente nominato direttore generale del Teatro di Roma. L’amministrazione comunale sta valutando l’opzione di un ricorso in tutte le sedi possibili e la presentazione di una mozione in Consiglio per esprimere il suo dissenso. L’amministrazione capitolina suggerisce che De Fusco dovrebbe dimettersi, e una possibile soluzione potrebbe essere la rinuncia a decisioni unilaterali sulla gestione degli altri teatri della Fondazione, come l’India e Villa Torlonia, optando invece per consulenti esterni, mantenendo solo la direzione dell’Argentina.
Le sale chiuse a Roma
Mentre la polemica politica si intensifica, circa una decina di sale teatrali rimangono chiuse in città. Alcune sono state colpite duramente dalla pandemia, con lockdown e restrizioni sanitarie, mentre altre sono in crisi a causa di gestioni poco oculate e eventi che ne hanno compromesso la fruibilità.
Una delle sale teatrali coinvolte è il Teatro Valle, uno dei più antichi d’Europa, che riaprirà il 24 settembre dopo essere stato chiuso nel 2021.
Nel frattempo, altre sale, come l’Eliseo, sono bloccate o in vendita, come nel caso del Globe Theatre, sotto sequestro dal settembre 2022 a seguito di un crollo durante uno spettacolo.
La polemica sulla nomina di Luca De Fusco a Roma
Luca De Fusco è stato annunciato come il nuovo direttore del Teatro di Roma, gestore di quattro importanti teatri cittadini. Ex direttore del Teatro Stabile del Veneto, di Napoli e Catania, e regista lirico in rinomati teatri italiani, De Fusco è stato scelto tra 42 candidati.
La sua nomina è stata controversa, avvenuta durante un consiglio d’amministrazione senza la presenza di figure chiave che presumibilmente si sarebbero opposte. Il suo sostegno da parte di esponenti della destra politica ha sollevato discussioni sulla trasparenza del processo decisionale.