“Ho provato a parlare con la mia ex moglie Alexandra ma non è nelle condizioni di rispondere. Ho chiesto di poter incontrare i carabinieri per capire cosa è accaduto, come è stato ammazzato mio figlio Alex”. A parlare, intervistato da Il Messaggero, è Edy Ivan, padre di Alex, il 14enne ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte di venerdì a Montecompatri, alle porte di Roma.
Montecompatri, parla il padre di Alex
Una tragedia di cui il padre del giovane Alex non riesce a darsi spiegazione: “Mi hanno raccontato quanto è accaduto anche se ci sono ancora molti punti da chiarire. Uno su tutti, cosa ci faceva mio figlio a quell’ora di notte e con quelle persone“, dice il padre della vittima.
L’uomo parla poi del gruppo artefice della morte del figlio: “Tutto il quartiere li conosce. Già 20 anni fa, quando anche io vivevo in quella zona, creavano problemi. Ma mio figlio non avrebbe dovuto avere alcun contatto con loro per questo. Ora vorrei capire, come mai invece la famiglia di mia moglie lo ha portato lì…”.
Del figlio Alex ricorda: “Era un adolescente che stava crescendo in un certo contesto da cui io avrei voluto allontanarlo. Quando è stato bocciato, due anni fa, avrei voluto che si trasferisse in Romania dai miei genitori. Ma mia moglie, con cui condivido la custodia, non ha voluto. Così abbiamo deciso che rimanesse qui, a Roma. Veniva seguito da un insegnante e infatti a scuola stava migliorando. Sembrava si fosse rimesso in carreggiata”.
Conclude il padre di Alex: “Non ho ancora potuto vedere mio figlio. Vorrei poterlo salutare prima e poi organizzare insieme a tutta la famiglia il funerale. Ma non sappiamo se ce lo permetteranno, ci sono le indagini in corso. Chiediamo giustizia”.