Colpo deciso della Guardia di Finanza contro l’usura a Roma, con l’operazione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale che ha portato all’arresto di 4 individui, di cui uno in carcere e tre agli arresti domiciliari. Nell’ambito delle operazioni è stato eseguito, inoltre, un sequestro preventivo per oltre 320mila euro, comprendente somme di denaro e beni legati alle attività illecite.
Le accuse, usura e riciclaggio, dipingono un quadro di prestiti a tassi astronomici, con vittime alcuni imprenditori in difficoltà economica.
Quattro arresti a Roma per usura e riciclaggio
L’usura continua ad annidarsi nelle pieghe dell’economia romana, andando a colpire imprenditori e liberi professionisti in cerca di aiuto finanziario.
L’azione delle autorità finanziarie ha sgretolato un intricato sistema, rivelando tassi di interesse annuali che oscillavano tra il 50% e il 120%. La storia dietro questi numeri è una trama complessa, intessuta da assegni bancari e intrighi finanziari.
Come funzionava il sistema di usura a Roma
Il cuore del meccanismo usurario batteva attraverso assegni bancari di importo apparentemente modesto. Gli indagati avrebbero persuaso le presunte vittime a emettere assegni senza indicare il beneficiario, sfruttando questo strumento sia come garanzia che come modalità di restituzione del denaro prestato.
Questo artificio forniva agli indagati un flusso costante di titoli di credito, eludendo ogni forma di monitoraggio bancario.
Il sequestro
Le indagini hanno già portato al sequestro di oltre 110mila euro in banconote di piccolo taglio e assegni in bianco per circa 370mila euro.
La documentazione sequestrata svela la contabilità dettagliata delle somme prestate, i nomi delle presunte vittime e i piani di ammortamento. Un quadro incriminante emerge, indicando prestiti a tassi usurari di enormi dimensioni.
Il riciclaggio del denaro
Il meccanismo di riciclaggio ha aggiunto un elemento di complessità al caso. I proventi degli usurai sembrano essere stati parzialmente riciclati attraverso il versamento su conti correnti di un’attività imprenditoriale di lavanderia, gestita da uno degli indagati.
Un’operazione che ha coinvolto ingenti somme di denaro, dando un’apparenza legale a fondi illeciti. Le misure cautelari, emanate durante le indagini preliminari, testimoniano la gravità delle accuse e la solidità delle prove raccolte.