Totti: “Tornare alla Roma? Magari come direttore tecnico”

Totti e Nakata insieme, come negli anni Duemila. Questa volta lontani dal campo, ma sempre vicino al calcio. I due ex giocatori della Roma, vincitori dello scudetto del 2001, sono stati protagonisti di un’intervista rilasciata a Dazn e Sport Graphic Number.

Un botta e risposta inedito, da cui emergono tanti ricordi del loro passato giallorosso. Con un’anticipazione anche sul futuro. Nakata, infatti, ha chiesto a Totti se si vedrebbe ancora in giallorosso: “Dipende che vai a fare. Mi piacerebbe avere un ruolo accanto alla squadra, il direttore tecnico. Siamo uomini di campo, se non lo facciamo noi”, è stata la risposta dell’ex capitano giallorosso.

Totti e Nakata, ricordi della Roma

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Ha affermato Totti nel corso dell’intervista “Volevo incontrare Nakata, mi piace come persona, sempre rispettoso ed educato. Nel mondo del calcio è difficile. È arrivato a Trigoria in punta di piedi, persone che rimangono dentro”.

Ha replicato Nakata: “Totti era il sindaco di Roma e della Roma, come calciatore non ho mai visto uno così. Calciava benissimo e anche dopo Roma non ho visto nessuno, impressionante. Lui stava sempre in mezzo, non correva tanto (ride ndr), ma aveva qualità superiore agli altri calciatori. Avevamo giocatori fortissimi, Tommasi, Emerson, Zanetti, Di Francesco. Era più difficile l’allenamento che la partita.”

E ancora, ha aggiunto Totti: “Vero, facevamo 2, 3 gol a tutti. Avevamo tanti giocatori forti, questo rendeva la cosa più difficile. Mentalmente lo era perché se non giocavamo perdevamo anni. Nel 2004 potevo andare al Real Madrid ma fortunatamente sono rimasto. È stato giusto così per l’amore dei tifosi, per me, per la piazza. Ho giocato nella Roma 30 anni, in prima squadra 25. E mi hanno fatto smette, sennò ancora giocavo. Con quello che ci sta oggi in Serie A non serve neanche correre. Però ci stanno troppe partite attaccate. Deve essere bravo l’allenatore a capire come impostare la squadra”.

Totti ha infine parlato dell’importanza di Nakata in quella Roma: “Quando ti chiamavano in causa eri sempre pronto. Questo fa la differenza nel gruppo. Ogni volta che entravi facevi qualcosa, anche quando non giocavo io ha fatto sempre gol o assist. In questo scudetto tutti erano importanti. Contro la Juve dopo 10 minuti perdevamo 2-0. Non facevamo nulla, eravamo mosci a 6 punti dalla Juve a 3 giornate. Quando è entrato lui è cambiato tutto, era la sua serata. Noi avevamo Capello che era scaramantico e la settimana dopo contro l’Atalanta mi ha sostituto per Nakata e ha segnato Montella”.

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