L’aula del Senato ha espresso un sostegno quasi unanime all’istituzione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due giovani scomparse a Roma nel 1983.
La Commissione per i casi Orlandi e Gregori
Il testo esaminato dalla commissione Affari costituzionali, approvato dalla Camera lo scorso 23 marzo, si compone di sei articoli che ufficializzano l’istituzione della Commissione d’Inchiesta.
Quest’ultima si prefigge di condurre approfondimenti e verifiche sulla scomparsa delle due quindicenni romane, mai ritrovate.
Le parole di Pietro Orlandi
Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, ha accolto con fiducia la notizia, affermando: “Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre. Ringrazio i senatori che hanno votato la Commissione”.
L’avvocato Laura Sgrò, che ha supportato la famiglia Orlandi, ha commentato l’importanza della Commissione rispetto all’inchiesta vaticana in corso.
Casini si è astenuto
Il senatore Pier Ferdinando Casini, unico astenuto, ha difeso la sua decisione durante il suo intervento al Senato. Ha denunciato l’uso improprio delle commissioni di inchiesta nel sistema istituzionale e ha ribadito il suo dovere di sostenere ciò in cui crede, nonostante il rischio di solitudine.
La dichiarazione di Casini ha suscitato reazioni, con Pietro Orlandi e la senatrice M5S Alessandra Maiorino che hanno criticato il suo voto di astensione. Casini, tuttavia, ha sottolineato la sua intenzione di rispettare le opinioni diverse, anche in situazioni così delicate.
Il cammino della Commissione d’Inchiesta è stato avviato, aprendo la strada a un’indagine approfondita che potrebbe far luce su una delle vicende più misteriose e dolorose della storia romana.