Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra dell’8 novembre 2023: “Manovra, 5 miliardi per gli stipendi delle forze dell’ordine: è tanto o poco?”
Accade sempre così, ogni anno: i governi, anche quelli che sulla sicurezza puntano molto nei propri programmi in campagna elettorale, alla prova dei fatti poi tirano la cinghia quando si tratta di investire sulle forze dell’ordine. È un classico di ogni finanziaria ed è capitato così anche nella legge di bilancio che in queste settimane si sta discutendo in Parlamento.
Nel testo licenziato da Palazzo Chigi, dei 7 miliardi previsti per gli aumenti contrattuali del pubblico impiego, due andranno alla sanità e i rimanenti cinque dovranno essere spartiti tra gli altri settori; in che misura al momento non è dato saperlo con precisione: c’è chi dice che la cifra verrà destinata totalmente al comparto sicurezza come pare emergere anche dalle rassicurazioni del presidente del consiglio e chi invece è più pessimista e teme che alla fine saranno solo briciole.
Manovra, le divise chiedono un adeguamento di contratti
Su un aspetto tutti sono d’accordo: come ha detto Giorgia Meloni in conferenza stampa, un poliziotto non può prendere 6 euro l’ora di straordinario. Da anni le divise chiedono un adeguamento dei contratti fermi da tempo: il netto in busta paga non giustifica mai i rischi, i sacrifici e i carichi di lavoro quotidiani mentre l’inflazione e il caro bollette stanno ancora di più penalizzando il potere d’acquisto di stipendi tra i più bassi d’Europa.
Ma quando chiedono più attenzione alla sicurezza, i sindacati delle forze dell’ordine non pensano soltanto alle buste paga: servono più risorse e più mezzi anche per garantire un’adeguata efficienza nel servizio, quando invece in molti commissariati anche pagare il pieno di benzina alla volante rischia di essere un problema di difficili soluzione.
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