Verdone e l’appello per il teatro Eliseo: “Vederlo così mi fa arrabbiare”

Un appello per salvare il piccolo teatro Eliseo. Arriva direttamente da Carlo Verdone, che su quel palco ha vissuto momenti intensi della sua carriera. Momenti che ha rivissuto tornando nel teatro e che ha voluto condividere con i propri fan, con tanto di appello al Comune di Roma per scongiurare la chiusura definitiva.

Teatro Eliseo, parla Verdone

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Carlo Verdone e Natasha Hovey in una scena di Acqua e sapone

Carlo Verdone ha pubblicato un lungo post su Facebook, con tanto di foto al teatro Eliseo di Roma. Lo si vede sorridere, ma le sue parole trasudano malinconia: “Ultimo sopralluogo prima di tornare sul set tra pochissimi giorni. Rivisitare questo spazio teatrale mi ha veramente commosso. Qui c’è stata la mia breve attività sul palcoscenico in uno spazio importante durato due anni. Due stagioni: 1980 e 1981. Vennero grandi attori, registi, scrittori. Non sapevo cosa stava accadendo nella mia vita. Sempre esaurito. Tranne un sera due posti in terza fila centrali vuoti. Dentro di me dissi: “Non trova posto il sindaco, Craxi, Forlani e questi neanche avvertono”. In realtà quella sera Barbara Piattelli fu rapita mentre veniva a vedermi”.

Continua Verdone: “Mi prese un accidente. Per tre sere recitai con un gran dolore fino a quando non sospesi lo spettacolo un sabato sera dopo appena cinque minuti. Persi completamente la voce davanti a Ugo Tognazzi, Zeffirelli, Sarah Ferrati, Baudo, Romolo Valli e tanti altri. Sputai nel lavandino del mio camerino e uscì sangue. Avevo le corde vocali distrutte dallo sforzo nel fare 16 personaggi diversi. Dopo 5 giorni di silenzio totale e di fiale di cortisone ripresi. Mi vergognai molto ma avevo spinto troppo, in modo sconsiderato. Saltai un riposo e feci uno spettacolo per loro che tornarono tutti. E cercai di dare il massimo”.

E ancora: “Se avessi avuto una mentalità teatrale avrei continuato con quello spettacolo. Avrei avuto tutte le piazze d’Italia. Ma il problema era che dormivo molto poco (non più di 4/5 ore) in quegli anni e faticavo tanto a ripetere ogni sera le stesse battute, lo stesso copione. Era alienante. Anche se il pubblico pensava che mi divertissi tanto. Non ero fatto per il teatro anche se ci riuscivo benissimo. Peccato. Un vero peccato”.

L’appello di Verdone

L’attore romano lancia poi un appello all’amministrazione capitolina: “Tornare all’Eliseo grande e a quello piccolo e trovarli vuoti, senza programmazioni, senza alcun botteghino, chiusi da inferriate con i lucchetti mi ha fatto rabbia. Abbiamo tanti bravi attori, nuovi autori, nuovi registi, perché gettare nel dimenticatoio luoghi di gran cultura? E oltre l’Eliseo potrei citare una marea di teatri in stato di abbandono. Chiusi, quasi dimenticati per le nuove generazioni. No. Non si fa. Questa è ormai una città grande, ma non più una grande città. Perdonate lo sfogo e la lunghezza del post, ma è così. Qualche uomo illuminato intervenga prima che tutto diventi l’ennesimo centro commerciale. C’è poco tempo!”.



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