Nelle prime ore della mattina di giovedì 19 ottobre 2023, un’importante operazione di sgombero è stata messa in atto nell’ex complesso industriale farmaceutico situato al civico 1040 della via Tiburtina, nella periferia di Roma. Questo edificio, noto come l’ex Penicillina, era da anni diventato un rifugio per individui disperati e senza tetto.
Lo sgombero all’ex Penicillina
L’operazione è stata condotta congiuntamente dalla polizia di stato, dai carabinieri e dalla polizia locale di Roma Capitale.
L’ex Penicillina non è nuovo a questo genere di azioni. Già nel 2018 e poi nuovamente a maggio del 2022, le forze dell’ordine avevano dovuto intervenire per sgomberare le occupazioni abusive.
Questo edificio, che svetta tra le zone di Tor Cervara e San Basilio, negli anni ha finito per diventare un luogo di attrazione per coloro che cercavano rifugio in condizioni precarie.
Le persone rifiugiate nello stabile
Durante l’operazione di sgombero, è emerso che il numero di persone all’interno dell’ex Penicillina era ancora una volta considerevole, dimostrando quanto questa struttura fosse diventata un punto di riferimento per coloro che si trovavano in situazioni di disagio.
Tuttavia, vale la pena sottolineare che, nonostante il numero significativo di occupanti, l’operazione si è svolta senza segnalare criticità o incidenti.
La situazione dei senza tetto
L’ex Penicillina è uno dei tanti luoghi simbolo delle sfide che Roma Capitale ha davanti nel gestire le occupazioni abusive e la situazione dei senzatetto.
Nel 2021, l’Istat ha identificato 96.197 senzatetto e senza fissa dimora registrati nell’anagrafe. Di questi, il 38% è costituito da stranieri, principalmente africani. Predominantemente di sesso maschile, con un’età media di 41,6 anni, che sale a 45,5 anni per i cittadini italiani.
Questi individui risiedono in 2.198 comuni italiani, ma il 50% si concentra in sei città, con Roma in testa (23%), seguita da Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).
tuttavia, è importante notare che questi dati rappresentano solo una parte del problema della grave marginalità in Italia e potrebbero sottostimare il numero reale di persone senza dimora.