Nell’ex Tmb Salario nascerà un hub dedicato all’economia circolare e alla sostenibilità, ma anche un impianto per il trattamento ed il recupero delle “terre di spazzamento”. Ovvero terra, sabbia, foglie, carta e plastica che proviene dal lavoro delle spazzatrici durante la pulizia delle strade in tutta Roma.
Un “piccolo impianto di 30.000 tonnellate annue” come l’ha definito Sabrina Alfonsi, assessora capitolina all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti. La decisione del Campidoglio però non piace per niente ai residenti che dopo anni di segnalazioni e proteste per i miasmi provenienti dal Tmb pensavano di aver definitivamente archiviato il capitolo. E ora sono pronti a dare battaglia per scongiurare la realizzazione dell’impianto: “mai più rifiuti in via Salaria”. Preoccupazione per la novità anche da parte del presidente del Municipio III, Paolo Marchionne.
Municipio III, “Impianto nell’ex Tmb Salario? Fuga in avanti che preoccupa”
“La notizia di una procedura in corso per la realizzazione di un impianto per il trattamento delle terre di spazzamento nel sito di via Salaria 981 – dichiara Marchionne – è una fuga in avanti che sorprende e preoccupa“.
“Il Municipio intende proseguire la strada del confronto con la cittadinanza che negli anni si è riunita nell’osservatorio contro il TMB di via Salaria, che abbiamo convocato per domani (oggi n.d.r.) alle ore 18.30 a piazza Sempione” aggiunge.
Marchionne: “Trovare soluzioni alternative alla localizzazione dell’impianto”
“Sono convinto – prosegue il presidente del Municipio III – che insieme alla giunta Capitolina sapremo trovare soluzioni alternative alla localizzazione dell’impianto di trattamento delle terre di spazzamento. Abbiamo iniziato questo mandato promuovendo tutti insieme un’idea ambiziosa di riqualificazione dell’area che restituisse al quartiere servizi e opportunità, dopo anni di bugie e miasmi”.
“Oggi – continua Marchionne – non possiamo immaginare che senza un progetto di riqualificazione definito che risponda a questi presupposti si metta in piedi una procedura per la realizzazione di un nuovo impianto, seppur di modeste dimensioni. Lo trovo un controsenso anche rispetto al grande sforzo che tutta l’amministrazione capitolina ha approntato per sostenere un percorso alternativo dopo la bonifica ambientale e per realizzare un hub dell’economia circolare e della sostenibilità, insieme alla cittadinanza e alla città. Tra l’altro è l’unica strada per ridare respiro all’area della Salaria, facendola tornare ad essere attrattiva per nuove attività produttive e investimenti pubblici e privati”.