Arianna Meloni, la sorella della premier Giorgia, è stata recentemente nominata responsabile del dipartimento “Adesioni e segreteria politica” di Fratelli d’Italia, in una mossa che potrebbe essere una rampa di lancio verso una candidatura europea.
Da sempre attiva nell’ambiente politico, Arianna Meloni, con il suo nuovo incarico in Fratelli d’Italia, si sta preparando a un ruolo di grande responsabilità. La sua nomina è stata accolta con interesse, ma anche con alcune critiche.
Tuttavia, la sorella maggiore della premier respinge l’accusa di nepotismo, sottolineando la sua lunga storia di militanza politica, che l’ha vista attraversare diverse fasi e partiti nel corso degli anni.
Il percorso politico di Arianna Meloni
Fin dall’età di 17 anni, Arianna Meloni si è lanciata nell’attivismo politico, iscrivendosi al Movimento sociale italiano. Le sue prime esperienze la videro impegnata in manifestazioni, contatti con militanti e organizzazione di eventi politici.
Nel corso degli anni, ha fatto parte di diverse formazioni politiche, tra cui AN e PdL, per poi approdare a Fratelli d’Italia. Questo percorso non è stato immune da sfide e critiche, ma Meloni ha sempre dimostrato determinazione nel perseguire i suoi obiettivi politici.
Il nuovo ruolo di Arianna Meloni come responsabile del dipartimento “Adesioni e segreteria politica” di Fratelli d’Italia la mette di fronte a una sfida di notevole portata. Nell’intervista al Corriere della Sera, Meloni riconosce l’importanza dell’incarico e si dichiara pronta ad affrontare il lavoro con serietà e dedizione.
Verso la candidatura?
Alla domanda se sarebbe disponibile a candidarsi alle Europee, Arianna Meloni risponde con onestà, affermando di preferire di no, ma di essere disposta a svolgere il ruolo di “soldato” per il partito.
Sebbene alcune voci abbiano accusato Fratelli d’Italia di favoritismo per la nomina di Arianna Meloni, lei respinge tali affermazioni. Sottolinea che la sua militanza politica, la sua esperienza e la sua dedizione sono state le basi della sua nomina.
L’ala Rampelli del partito ha criticato la decisione, ma Meloni ritiene che, se davvero ci fossero dubbi, una richiesta per un congresso dovrebbe venire direttamente dall’interessato.