La prima parte dell’incontro “L’ora della verità” promosso da “Amici per l’Italia” che si è tenuto l’11 giugno a Roma sulla gestione pandemica, con Radio Roma Network come Media Partner.
Matteo Demicheli presenta e introduce la serata, nella quale si alternano le voci delle testimonianze, a quelle dei professionisti. L’idea è quella comprendere il dramma di quanto accaduto dai racconti dei parenti delle vittime di terapie incongrue e dei danneggiati da vaccino, per poi commentare ma soprattutto rilevare gli errori e le forzature medico scientifiche, nonché i risvolti giuridici e analizzare, per quanto possibile, la situazione attuale.
I parenti delle vittime
Dopo una breve introduzione la parola passa ad Elisabetta Stellabotte (Trovate le sue interviste qui, qui e qui), già presidente del “Comitato nazionale familiari vittime del covid” ed oggi fondatrice del comitato “L’altra verità”, che si pone l’obiettivo di fare luce e ottenere giustizia per le centinaia di migliaia di persone decedute perché abbandonate a casa con “tachipirina e vigile attesa” o sottoposte a terapie incongrue negli ospedali.
Poi racconta la storia di suo padre, entrato in ospedale per un innalzamento glicemico e mai più uscito, dopo 10 giorni è stato legato ai polsi e poi anche ai piedi perché si agitava, è stato sedato, gli è stato messo un casco cpap nonostante la buona ossigenazione e gli sono state date le cure palliative, senza richiedere il consenso, un trattamento che, secondo la Stellabotte, potrebbe sembrare eutanasia. Suo padre non lo ha mai più visto, glielo hanno restituito in un sacco. Stellabotte ha in mano la cartella clinica, quindi conosce i farmaci somministrati al padre, lo chiama omicidio di stato.
Anche Ermelinda Cobuzzi ha perso il padre, sottolinea soprattutto il fatto di non aver potuto vedere il corpo di suo padre e l’impossibilità di elaborare quello che più che un lutto sembra uno strappo atroce. Queste vittime rappresentano un precedente, i pazienti una volta entrati in ospedale, sono spariti dalle famiglie, Cobuzzi parla di qualcosa che assomiglia ad un rapimento, di medicinali somministrati senza alcun consenso, di pazienti portati alla morte, intubati. Pazienti in terapia intensiva per i quali l’ospedale percepiva 9.500 € al giorno. Purtroppo, e questo fa ancora più male, di questi morti c’era bisogno, servivano a creare terrore verso un virus mortale per il quale continuavano ripetere non c’era cura, tutto ciò ha aperto le porte all’obbligo di inocularsi un farmaco sperimentale.
Danneggiati e morti post inoculazione
Maria Frino sanitaria, è corsa a farsi la vaccinazione, perché lavorando in Rsa ha visto morire tanti anziani e credeva che la vaccinazione ci avrebbe salvati.
Dopo la seconda dose inizia un dolore al fianco che non andrà più via ed una serie infinita di problemi di salute, dalla miocardite all’infiammazione dei nervi. Ma invece di trovare aiuto da parte della sanità, che da sempre è il suo ambiente di lavoro, viene presa “per pazza”, ovvero i medici riconducono i problemi di salute a problemi di origine psichiatrica. Dopo diversi esami però la polvere non si può più nascondere sotto il tappeto. Si presenta all’Hub vaccinale per fare la terza dose, ma il medico vaccinatore, dopo aver esaminato gli esami clinici, si rifiuta di eseguire la vaccinazione. Il cardiologo certifica una miocardite da vaccino, ma nonostante tutto viene sospesa come se fosse una “No vax” … Ironia della sorte, prende anche il covid e così potrà usufruire del green pass da guarigione.
Ma il racconto di Maria, purtroppo, non finisce qui, suo nipote Ivan di soli 15 anni, in ottima salute, si sente male a 6 giorni dalla prima e unica dose, inizia così un calvario lungo 14 mesi di cui gli ultimi otto passati al Gaslini di Genova, dove dopo alcuni mesi gli hanno riscontrato la melanomatosi leptomeningea primitiva diffusa, una malattia rarissima, si conoscono solo 27 casi al mondo. Secondo i medici Ivan poteva avere già questa malattia, resta il fatto che Ivan si è sentito male dopo la vaccinazione, prima stava benissimo.
Il diritto e la Costituzione
L’avv. Olga Milanese, presidente di “Umanità e ragione”, inizia citando lo studio sulla mortalità in eccesso promosso dalla sua associazione, dopo il covid, come sempre dopo una pandemia, la mortalità dovrebbe diminuire, per il cosiddetto effetto mietitura: la malattia stronca gli anziani con patologie, i malati, i fragili, quindi negli anni successivi la mortalità diminuisce.
Purtroppo, confrontando i dati ufficiali, in Italia ma anche in Europa e nel mondo, la mortalità nel 2021 e 2022 è in eccesso, soprattutto tra i giovani e questo aumento non è attribuibile al covid, al quale i giovani sono praticamente immuni da complicanze.
Ma soprattutto l’avv. Olga Milanese presenta la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare promossa da “Umanità e Ragione” e inizia la raccolta firme, con l’adesione di pressoché tutti i presenti. Affinché nessuno sia mai più obbligato ad un trattamento sanitario o diagnostico e non solo, trovate l’intervista all’Avv. Milanese qui e tutte le informazioni per firmare qui: