L’ASL1 dell’Aquila è diventata l’ultima vittima di un attacco hacker che ha scosso il sistema sanitario italiano. Dopo il recente attacco all’ASL Abruzzo, i ladri informatici hanno preso di mira l’ASL1, portando via una quantità enorme di dati sanitari sensibili, pari a 522 gigabyte, che sono stati successivamente pubblicati nel darkweb.
La notizia è stata riportata dal sito web Rehotcyber, che ha anche evidenziato come gli hacker abbiano rivolto la loro attenzione anche alla regione della Basilicata, seminando panico a Potenza e Matera, dove i segnali di incursioni non autorizzate sono in aumento.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, tra i dati che potrebbero finire in rete si trovano informazioni estremamente sensibili come cartelle cliniche, aborti, diagnosi di HIV, gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili. I malintenzionati minacciano di rilasciare tali informazioni, a meno che non venga pagato un riscatto.
La gravità della situazione è tale che l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza ha dichiarato lo stato di emergenza. La società responsabile della gestione delle cartelle cliniche in diverse regioni, inclusa la Basilicata, ha lanciato l’allarme, sottolineando l’urgente necessità di adottare misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati sensibili dei pazienti.
Giuseppe Izzo, responsabile della protezione dei centri e servizi e CEO di UESE Italia, ha spiegato: “Ci sono cattive abitudini all’interno degli enti. Mancano i controlli di gestione, le procedure sono scopiazzate e gli utenti non cambiano mai la password. Manca la cultura della sicurezza informatica. Basta dire che molti uffici pubblici hanno i propri siti internet su hosting da 100 euro l’anno. Quale grado di protezione può garantirti una rete di questo tipo?”.
G.