Elezioni regionali in vista per i cittadini del Lazio, ma gli elettori avranno ancora qualche mese per decidere chi votare per il consiglio regionale. La data non è ancora certa, ma probabilmente entro febbraio 2023 il Lazio sarà guidato da un nuovo presidente.
L’attuale governatore del Lazio Nicola Zingaretti è stato eletto deputato alle politiche del 25 settembre e questo dovrebbe portare a una apertura dei seggi anticipata. I tempi appunto non sono certi. Zingaretti una volta proclamato avrà due mesi di tempo per decidere se andare a Montecitorio o rimanere alla guida della Regione Lazio fino a fine mandato.
La prima seduta delle Camere è stata fissata per il 13 ottobre. Sarà l’occasione, se non ci saranno cambiamenti, della proclamazione degli eletti e di far partire il possibile conto alla rovescia per il futuro della Regione Lazio. Una volta che Zingaretti avrà comunicato le sue intenzioni partirà un altro countdown di 90 giorni entro i quali bisognerà andare al voto.
I nomi dei possibili candidati del centrosinistra
Quali saranno i candidati del dopo Zingaretti? Nel centrosinistra potrebbero partecipare alle primarie, che non sono per niente scontate, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato e Daniele Leodori vicepresidente e assessore al Bilancio, con la consigliera regionale Marta Bonafoni capogruppo della lista Zingaretti. E’ possibile che ci sia un altro nome di peso tra le valutazioni dei dem: quello di Enrico Gasbarra l’ex presidente della provincia di Roma. Certamente, ma nessuno se lo aspetterebbe visto le premesse, Nicola Zingaretti al secondo mandato consecutivo non potrà presentarsi alle elezioni regionali 2023.
Chi sarà il candidato del centrodestra?
Giochi ancora aperti anche nel centrodestra anche se, dopo il risultato delle politiche, si suppone che FdI avrà un peso specifico notevole nel decidere il candidato alla presidenza della Regione Lazio. Tanto che qualcuno suggerisce di guardare alle nomine di governo: chi tra i big rimarrà senza posto potrà essere un possibile prescelto alla poltrona di governatore del Lazio. Al momento tra i papabili ci sarebbero i nomi di Andrea Abodi, Gennaro Sangiuliano e Nicola Porro.
I sondaggi e l’ultima esperienza elettorale farebbero pensare che il centrosinistra abbia bisogno di affrontare l’avversario con un ampia coalizione. Rimane l’incognita per il Pd di riuscire a riunire Azione e M5S. Difficile anche un riavvicinamento di Azione al centrosinistra, ma come l’ultima campagna elettorale ha dimostrato, tutto può cambiare da un giorno all’altro.
Quando si andrà al voto per le Regionali del Lazio
Le ultime elezioni Regionali nel Lazio si sono svolte il 4 marzo del 2018. Nell’election day che incluse anche elezioni politiche e per la Regione Lombardia. Certamente non sarà possibile un nuovo voto accorpato con le nazionali che si sono tenute il 25 settembre. E difficile anche che si uniscano alle regionali lombarde. Come detto infatti dopo la proclamazione Zingaretti avrà due mesi per dimettersi e accettare il seggio a Montecitorio. Per poi andare al voto entro tre mesi al massimo.
La legge elettorale
La legge elettorale della Regione Lazio è stata modificata nel gennaio 2017: sono stati diminuiti a 50 il numero dei consiglieri, scompare il listino. Introdotte la parità di genere e la garanzia di almeno un consigliere regionale per ogni provincia. Istituito il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della Regione. Elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato del Consiglio. Ampliati i casi di esenzione dall’obbligo di raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali. Sancita l’ineleggibilità dei sindaci dei comuni con più di 20 mila abitanti.
Restano cinque le circoscrizioni regionali (Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo e Città metropolitana di Roma), che vedranno assegnarsi i seggi in proporzione alla popolazione risultata residente all’ultimo censimento generale.
I quattro quinti dei Consiglieri (quaranta) continuano ad essere eletti con il metodo proporzionale del quoziente corretto (cosiddetto quoziente Hagenbach-Bischoff), sulla base di liste concorrenti presentate a livello circoscrizionale, con recupero dei seggi e dei voti residui in sede di collegio unico regionale, secondo le modalità descritte all’articolo 15 dal primo all’undicesimo comma della legge n. 108/1968. Il restante quinto dei Consiglieri (dieci) è eletto anch’esso sulla base delle candidature presentate nelle liste circoscrizionali, secondo le operazioni descritte dall’articolo 6, commi 2, 3, 4, 5, 6 e 7 della legge regionale n. 2/2005.
Niente listino
È stato eliminato, quindi, il sistema di elezione dei restanti dieci consiglieri, basato sulle liste regionali (il cosiddetto “listino”), precedentemente stabilito dalla legge n. 43/1995. L’attuale sistema di elezione dei dieci consiglieri regionali non eletti su base proporzionale prevede, in particolare, l’attribuzione di un premio (di maggioranza e/o di minoranza) che, nel rispetto dei principi stabiliti dall’articolo 4 della legge n. 165/2004, mira agevolare la formazione di una stabile maggioranza e, al contempo, ad assicurare la rappresentanza delle minoranze.
Il premio di maggioranza
Il premio di maggioranza varia in funzione dei seggi che le liste circoscrizionali, collegate al candidato Presidente della Regione proclamato eletto, hanno già ottenuto con metodo proporzionale. È previsto, infatti, che se il gruppo o i gruppi di liste collegati al candidato Presidente eletto abbiano conseguito, in sede di riparto proporzionale, una percentuale di seggi inferiore al 60 per cento dei seggi complessivamente assegnati al Consiglio (ovvero inferiore a 30 seggi), il premio di maggioranza consiste nell’assegnare, tra i suddetti gruppi di liste, un numero di seggi necessario a raggiungere tale soglia.
Tuttavia, il numero massimo di seggi attribuibile con il premio non può, in ogni caso, superare un quinto dei seggi (dieci), anche nel caso in cui non fosse sufficiente a garantire il raggiungimento del 60 per cento dei seggi consiliari. Il metodo utilizzato per la ripartizione dei seggi del premio è quello del quoziente naturale e dei più alti resti.
Tre norme si sono infine rese necessarie per adeguare il sistema elettorale del Lazio alla novità introdotte a livello nazionale. La prima è la cosiddetta preferenza di genere, in base alla quale ogni elettore potrà esprimere fino a due preferenze purché a candidati di sesso diverso.
Scioglimento anticipato del Consiglio regionale? Voto entro tre mesi
Introdotto contestualmente il limite del 50 per cento ai candidati dello stesso sesso nelle liste circoscrizionali. Un altro allineamento alla normativa nazionale (legge 165 del 2004) introduce il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della Regione Lazio (salvo che uno dei due mandati precedenti sia durato meno di due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie). Infine è stato definitivamente chiarito che, in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, si andrà a votare entro tre mesi.
I sondaggi in vista delle Regionali nel Lazio
Il primo sondaggio elettorale ufficiale in vista delle Regionali nel Lazio è stato realizzato lo scorso 2 maggio da Euromedia Research per conto di Adnkronos. Il sondaggio, rispetto alle intenzioni di voto con un’affluenza stimata tra il 63 e il 67%, vede Fratelli d’Italia-Meloni al 27,4%, seguito da Pd-Pse al 23,8%, dal M5s al 12%. A seguire Lega-Salvini all’8,8%, Forza Italia-Berlusconi all’8,2%, Azione+Europa al 6%, Sinistra italiana al 2,9%, Italia Viva all’1,2%, Federazione dei Verdi-Europa Verde all’1,1%, Mdp-Articolo 1 all’1%, altri di centrodestra al 2,4% e altri di centrosinistra allo 0,5%, altri al 4,7%. Alta la soglia di indecisi-astensione pari al 42,4%.
In assenza di candidati già designati, l’indagine – spiega Adnkronos – ipotizza una sfida tra personalità i cui nomi sono circolati per una possibile discesa in campo. Per il centrosinistra i tre nomi sono Alessio D’Amato, Daniele Leodori e Enrico Gasbarra. Risulta così Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, il papabile candidato del centrosinistra in pole per battere il centrodestra alle elezioni regionali 2023. Sia nell’ipotesi di un sfida contro il senatore Fi Maurizio Gasparri che in quella di una competizione contro il deputato Fdi Francesco Lollobrigida, la coalizione di centrosinistra avrebbe la meglio con D’Amato. (eg)