Malagrotta, l’iter per la bonifica al via. In data 15 luglio il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, il commissario unico di governo, il generale Giuseppe Vadalà, e la società “E. Giovi” hanno firmato il protocollo ad hoc. Consentirà il coordinamento e la semplificazione degli scambi atti a mettere in sicurezza il sito, che è il più vasto in Europa.
In attesa che partano le gare, è possibile conoscere come si svolgerà la bonifica. Secondo l’iter, la progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi di messa in sicurezza ambientale precederà l’affidamento dei lavori. In seguito saranno eseguite materialmente le opere di adeguamento alla normativa, per poi procedere con il collaudo finale.
Bonifica di Malagrotta, quando e quanto costa. Dove andranno i rifiuti di Roma
La bonifica dovrebbe essere ultimata entro il 2025, ma i miglioramenti delle condizioni dell’area saranno graduali negli anni. Si tratta di 250 ettari di terreno sui quali insiste la spazzatura di circa 40 anni di attività.
Un’operazione, quella della bonifica, che avrà un costo di quasi 250 milioni di euro. Cifra che a febbraio scorso è stata stanziata fra Europa, Consiglio dei Ministri e Regione.
“Si è sviluppata in questi mesi una fattiva e continua sinergia fra tutti gli organi istituzionali interessati, statali e territoriali” ha spiegato il commissario Vadalà. “Il fine è realizzare presto e bene questa opera indispensabile a dare sicurezza e benessere ai cittadini di Roma Capitale. Oltre a evitare possibili ulteriori esborsi dell’erario statale in sanzioni da riconoscere all’Ue”.
“Gli indirizzi e le sollecitazioni degli organi europei sono utili e essenziali, anche in questo caso, a contribuire alla messa a norma dell’enorme discarica e quindi a provvedere al disinquinamento di porzioni del prezioso territorio del nostro Paese” ha aggiunto il commissario.
Nel frattempo, non si placano le proteste dei cittadini di Albano Laziale e dintorni per la situazione della discarica di Roncigliano. “Il prefetto ci ha assicurato che incaricherà qualcuno con compiti ispettivi di verificare che sia eseguito correttamente il trattamento dei rifiuti negli impianti Tmb” ha afferamto Aldo Garofoli del Comitato No Inc. “Ci è stato assicurato anche il buon funzionamento dei rilevatori della discarica di Albano Laziale. In cinque casi sono scattati segnalando la presenza di sostanze radioattive” ha concluso.