Michelangelo Ragni, cittadino e imprenditore italiano fuggito dal Myanmar in occasione del golpe nel febbraio del 2021, è intervenuto ai microfoni di Radio Roma raccontando dei retroscena non da poco.
Il golpe del 2021, le specifiche
Ormai è storia, l’1 febbraio dello scorso anno il governo democratico guidato da Aung San Suu Kyi e sostenuto dai Paesi occidentali viene rovesciato dalla giunta militare capitanata dal generale dell’esercito birmano Min Aung Hlaing. Da lì la Birmania ha vissuto un periodo di proteste da parte della popolazione civile, proteste spesso represse nel sangue.
Ne avevamo parlato a Primo Mattino già qui
I retroscena di Michelangelo Ragni
Michelangelo Ragni è fuggito dal Paese per tornare in Italia settimane dopo il golpe e, ai microfoni di Radio Roma nella trasmissione “Primo Mattino”, condotta da Andrea Candelaresi, ha raccontato dei retroscena inquietanti che evidenziano come dietro all’organizzazione e alla buona riuscita del colpo di Stato in Myanmar ci siano stati interessi ed ingerenze sino-russe: “Le settimane successive al colpo di Stato sui social giravano immagini di militari cinesi e voli cargo trasportanti materiali militari. Voci queste smentite poi dall’ambasciata cinese”. Così ha esordito per poi continuare: “Sempre sui social giravano anche immagini di militari russi atterrati all’aeroporto di Naypyidaw. La Russia e la Cina temerono che in conseguenza della vittoria alle elezioni di novembre 2020 di Aung Saan Suu Kyi ci fosse un’espansione di un’influenza americana e occidentale in quella parte dell’Asia”. E ancora, sull’importanza del Myanmar: “Per la Cina il Myanmar ha una conduttura di petrolio che passa attraverso la Brimania per arrivare nel golfo del Bengala. Inoltre ha miniere di terre rare. La Russia invece ha un accordo tecnico-militare dal 2001 con il Myanmar. I militari vanno in Russia per istruzione e sin dal 2016 ci sono state esercitazioni congiunte tra esercito russo e birmano. Inoltre ci sono delle basi militari russe in Myanmar. Nel 2018 ci fu un accordo per un accesso semplificato delle navi militari russe nei porti del Myanmar. Questa paura dell’influenza americana in Myanmar crebbe dopo le visite nel Paese di Hillary Clinton e di Barak Obama di cui Joe Biden era presidente. La schiacciante vittoria elettorale del 2020 di Aung Saan Suu Kyi avrebbe potuto modificare la costituzione con la riduzione dei poteri delle forze militari birmane”.
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